Spettacoli — 29/03/2023 at 09:28

“La Lupa” spregiudicata di Donatella Finocchiaro nel progetto innovativo di Luana Rondinelli

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RUMOR(S)CENA – CATANIA – A certi conservatori, fedeli alla tradizione può essere sembrata eccessiva, rivoluzionaria, passionale, sfrenata, sensuale e al limite della volgarità, l’edizione de “La Lupa” di Giovanni Verga, diretta ed interpretata da Donatella Finocchiaro, progetto drammaturgico di Luana Rondinelli (già rappresentata, in prima assoluta, lo scorso luglio 2022, in apertura delle Celebrazioni Verghiane per il centenario), messa in scena dal 17 al 26 marzo alla Sala Verga di Catania per la stagione di prosa 2022/2023 del Teatro Stabile.

Nata come novella ed inserita nella raccolta “Vita dei campi”, pubblicata nel 1880, “La Lupa” è stata poi adattata per il teatro (come scena drammatica in due atti) dallo stesso Verga nel 1886. Protagonista della vicenda, ieri come oggi, la sensuale Gnà Pina, detta “La Lupa”, assatanata mangiatrice di uomini, madre della giovane Mara, una che dava scandalo nella sua comunità, soprattutto per la tentazione amorosa e carnale per Nanni Lasca. Una ossessione che bruciava i due, tra i pettegolezzi del paese e le umiliazioni della giovane Mara sposa di Nanni. Un gioco spietato e senza via d’uscita quello tra la Gnà Pina e Nanni e che solo la morte poteva mettere fine.

Bruno Di Chiara e Donatella Finocchiaro- Foto Antonio Parrinello

La pièce, in circa 80 minuti, co-produzione Teatro Stabile di Catania e Teatro della Città, con la ritmata regia e la dinamica interpretazione di Donatella Finocchiaro (convincente nel ruolo del titolo, donna libera, spregiudicata, diversa e che non si vergogna della sua sensualità) si discosta completamente dall’originario testo verghiano, regalando al pubblico una versione più moderna, ricca di desiderio e voglia di affermazione della donna.

Lavoro di grande coralità rispetto all’originale testo verghiano – che invece si concentra sui tre personaggi chiave – con gli azzeccati movimenti scenici di Sabino Civilleri, l’intrigante scena popolare ed i costumi di Vincenzo La Mendola, il convincente tappeto sonoro di Vincenzo Gangi (con la scatenata “Andavo a cento all’ora”) ed il gioco luci di Gaetano La Mela. La pièce è ambientata nella  campagna siciliana degli anni Cinquanta e si sofferma solo su alcuni aspetti dell’opera di Verga: si concentra sulla donna, amplificandone il ruolo, i desideri, le passioni, ovvero la possibilità di vivere la propria vita sentimentale e sessuale liberamente, a dispetto di un ambiente retrogrado e pronto a puntare il dito. Tutto viene quindi concentrato non solo sul trio Lupa-Nanni-Mara ma anche sul contesto popolare, su donne e uomini che ruotano attorno ai protagonisti e tutti, con parole, gesti, voglie, balletti, ossessioni, si proiettano verso l’emancipazione degli anni Sessanta.

Foto Antonio Parrinello

Lo spettacolo si apre con tre donne sedute, che sgranocchiano semi di zucca e sputano verso il pubblico, tutte prese da una insana passione e da voglie irrefrenabili. E’ l’apertura di  un lavoro che risente dell’influenza di certe produzioni e regie di Emma Dante e che in una atmosfera grottesca introduce alla gioiosa rivoluzione sessuale di un mondo arcaico svegliato dai desideri erotici di donne senza freni inibitori. Nella corale rappresentazione, autentica esaltazione di suoni, colori, canti, inni religiosi, particolarmente apprezzata ed innovativo l’impianto scenografico di  Vincenzo La Mendola, che riporta lo spettatore nella campagna siciliana, evocando odori, rumori e il vociare, la frenesia e la furia delle passioni di donne e uomini, a volte anche eccessiva, le loro filastrocche e i detti popolari, gli allegri dialoghi, nell’aia, la sera, prima della mietitura, al centro della vicenda di passione, follia ed ossessione della Gnà Pina (resa con vigore e sensualità da Donatella Finocchiaro) per Nanni Lasca (un determinato Bruno Di Chiara. Rilevante anche la scena d’amore dei due protagonisti, accompagnati da tutte le altre coppie che si lasciano andare ad una passione ed a una frenesia irrefrenabile.  Movimenti scenici e musiche dello spettacolo sottolineano quei cambiamenti, quella rivendicazione sessuale della donna che da lì a poco sarebbero arrivati in un ambiente arcaico e retrogrado.

La pièce si chiude con un finale a sorpresa, lontano da quello contenuto e ragionato del Verga, ovvero con l’incontro-scontro tra Nanni e la Lupa che si chiude con l’accoltellamento – femminicidio voluto, cercato, della Gnà Pina che consegna allo stesso Nanni un coltello mettendo così fine al rapporto ossessivo tra i due. Poi, tra le luci della festa e la presenza delle donne  della campagna siciliana, la Lupa si trasforma in una statua della Madonna addolorata, viene santificata e portata in processione.

Tutti estremamente convincenti gli interpreti dello spettacolo a cominciare dalla spregiudicata Gnà Pina di Donatella Finocchiaro per proseguire con la dolce figlia Mara di Chiara Stassi e con il combattuto Nanni di Bruno Di Chiara. Completano il cast Ivan Giambirtone (nei panni di Malerba), Liborio Natali (nel doppio ruolo di Janu e del Prete), Giuseppe Innocente (Bruno), Gianmarco Arcadipane (Cardillo) e poi la scatenata squadra di donne formata dalle applauditissime Alice Ferlito (Filomena), Laura Giordani (Prefica), Raniela Ragonese (Nela), Rosa (Giorgia D’Acquisto), Federica D’Amore (Lia) e Roberta Amato (Grazia) .

Pubblico alla fine soddisfatto e che ha riservato calorosi applausi a tutti gli interpreti ed all’innovativa, spregiudicata edizione di una “Lupa” targata Finocchiaro-Rondinelli che, tradendo, a volte, gli originari intendimenti del Verga, restituisce al pubblico uno spettacolo moderno e più vicino ai giovani.

Visto il 26 marzo 2023 alla Sala Verga di Catania

La Lupa

di Giovanni Verga

Regia di Donatella Finocchiaro. Progetto drammaturgico e collaborazione alla regia di Luana Rondinelli, con Donatella Finocchiaro, Bruno Di Chiara, Chiara Stassi, Ivan Giambirtone, Liborio Natali, Alice Ferlito, Laura Giordani, Raniela Ragonese, Giorgia D’Acquisto, Federica D’Amore, Roberta Amato, Giuseppe Innocenti, GianMarco Arcadipane. Movimenti di scena di Sabino Civilleri. Scene e costumi di Vincenzo La Mendola. Musiche di Vincenzo Gangi. Luci di Gaetano La Mela. Foto Antonio Parrinello. Co-produzione Teatro Stabile di Catania/Teatro della Città centro di produzione teatrale – Catania

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