Danza — 27/10/2023 at 09:42

Anima e Corpo: RootlessRoot in Silence/Siope

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RUMOR(S)CENA – GENOVA – Si è conclusa al Teatro della Tosse Fondazione Luzzati la prima parte della IX edizione della Rassegna di danza Resistere e Creare, inaugurata il 10 ottobre scorso, particolarmente coraggiosa ed insolita non solo per la qualità degli artisti ospiti che  realmente hanno dato Corpo e Anima sulla scena, così come titola la rassegna – tra gli altri compagnia Sanpapiè, Piergiorgio Milano, Compagnia Baro d’Evel, Abbondanza-Bertoni, Compagnia Zappalà Danza –  ma anche per l’impronta produttiva che la direttrice artistica Marina Petrillo ha voluto infondere con il suo   continuo, incessante lavoro di ricerca di artisti tra i più originali ed apprezzati. Linda KapetaneaJozef Fruček, fondatori e coreografi della Compagnia ellenica RottlessRoot, che da due anni portano in partenariato la loro firma alla direzione artistica della rassegna, ci hanno davvero sorpresi con la prima nazionale del loro Silence/Siope.

crediti foto di Elina Giounanli

A partire dalla colonna sonora  firmata da Vassilis Mantzoukis, così forte e assordante, ritmica, senza respiro, avvolgente. Con il disegno  luci a cura di Perikles Mathiellis, non soltanto creato  attraverso i fari  a cono posizionati nei  più svariati punti chiave del palco,  ma anche tramite oggetti di scena che danzano per mano dei performers: e che in apertura hanno trasformato lunghe corde luminescenti ora in lineee sovrapposte, ora in sinusoidi, parabole, iperbole, creando una danza di geometrie illusorie e psichedeliche. Il fragore musicale e la forza fisica, fin dalle prime scene sono stati protagonisti, attraverso l’eccellenza di movimento dei corpi dei coreografi e dei loro danzatori, che si muovevano con estrema levità e velocità nello spazio scenico, evocando la  Contact improvvisation, il Tai chi, la Capoeira, sortendo un richiamo irresistibile ed incessante.

crediti foto di Elina Giounanli

Uno stile per nulla scontato o già visto nelle loro precedenti produzioni (Stones&Bones) che ha reso i performers abili interpreti e che in taluni attimi ci hanno rimandato immagini provenienti da molto lontano, dal mondo spirituale e religioso tracciato da grandi scultori e pittori. Il silenzio, che non pare affatto protagonista per tutta la durata dello spettacolo,  si intravede nella attenzione quasi trascendente   della ricerca del movimento, interpretato da braccia, torsi e gambe nude che cercano di liberarsi dalle vesti, e che i danzatori forgiano con estrema sensibilità e concentrazione. E’ nelle pause dell’eloquio di inizio, quando un performer in giacca militare formula incessantemente parole senza un senso logico apparente, con aria torva e contrita.

Linda KapetaneaJozef Fruček

È nella scena vestita solo di un massiccio parallelepipedo di legno color noce a forma di altare, agìto  nelle sue varie  sfaccettature ma anche lasciato in un antro del palcoscenico, a volte al buio. Questo è un lavoro che abbraccia davvero ciò che si intende per teatro concettuale,  danza, arte scenica, concentrati in un tutt’uno di luci,  musica, costumi, estetica, movimento. Una ricerca perfetta ma fluida e costante, nessuno spazio lasciato al caso, come le due figure incappucciate e vestite di un saio, intraviste in penombra,  che pare ci guardino, defilate, quasi minacciose. “Il duo indaga la condizione del silenzio come mezzo di conoscenza di sé e di esperienza del mondo”, estrapoliamo dalla sinossi parte dell’ intenzione artistica di codesta ricerca. Il silenzio a  cui dobbiamo dare spazio per ritrovarci, anche quando tutto è in movimento perpetuo.

crediti foto di Elina Giounanli

La rassegna dal titolo Corpo e Anima,  con al centro i tre direttori artistici ed il loro gusto per il rischio e la singolarità delle proposte, proseguirà con una data ancora a fine ottobre per poi giungere tra fine novembre e fino al 21 dicembre con tre appuntamenti assolutamente da non perdere.

“Melodrama dry” (28 ottobre) risultato del progetto di formazione professionale svoltosi in residenza presso il Teatro di Voltri a Genova, curato  dal coreografo Giovanni di Cicco di Deos Ensamble. “Sonoma” del regista e coreografo valenciano Marcos Morau, realizzato con la compagnia la Veronal: spettacolo pluripremiato ed ispirato al mondo onirico e surrealista del regista Luis Buñuel. Per chiudere con “Please, come” di e con Chiara Amelio produzione Fattoria Vittadini.  Un vero tris d’assi!

crediti foto di Elina Giounanli

Visto in anteprima nazionale il 13 ottobre, Teatro della Tosse Fondazione Luzzati, Genova.

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