Spettacoli — 26/03/2019 at 22:01

Easy to remember: le dolci e crude poetiche di Marina Cvetaeva

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RUMORS(C)CENA – EASY TO REMEMBER – RICCI/FORTE – GENOVA –  Un sottile velo di tulle cala dal sopra palco fino a i limiti del proscenio. Una sedia a rotella e l’attrice Anna Gualdo, seduta, con il microfono in mano. Una bara di legno chiaro ricolma di rose gialle.
Corolle di girasole fanno del palco un tappeto, via via che l’altra attrice Liliana Laera, vestita di un abito bianco da infermiera, le estrae dalla bara e le cosparge al suolo. Il sottofondo musicale rammenta un’ambientazione da ammaraggio sulla luna. In effetti i ricordi paiono il leitmotiv di questa breve pièce prodotta da Ricci/Forte, duo di fama contemporanea che con il suo ultimo lavoro scompone e rivisita, a propria immagine e somiglianza, le dolci e crude poetiche di Marina Cvetaeva: immensa poetessa russa, creatura troppo sensibile e quindi sfortunata, la cui vita e morte sono narrate in Easy to remember, andato in scena al Teatro Duse nell’ambito della stagione del Teatro Nazionale di Genova. La morte suicida, la vita ammalata, la lontananza dalla figlia Ariadna – confinata in un campo di lavoro – e dal marito, il quale durante la Seconda guerra mondiale fuggì esule in Spagna senza lasciare tracce: ma lei non lo seppe mai.

foto di Giovanni Chiarot

 

Tutto ciò dovrebbe intravvedersi, attraverso la messa in scena, colorata di un bianco accecante. La colonna sonora è attinta da vari generi, a seconda delle azioni che avvengono in scena: Marina e la figlia che si scambiano i ruoli e parlano, parlano, parlano, a volte danzano in maniera goffa e sincopata, si struccano del make up da sposa cadavere che fa tanto pensare a Tim Burton mentre sul velo di tulle vengono trascritte le liriche struggenti della poetessa, anche queste rivisitate e corrette per l’occasione.
Non ti ho amata mai … Ho gettato sguardi in così tanti occhi … Ho sposato un ruolo, un quaderno, una penna … Giorni beige … L’anaffettività inaridisce … Non ti stanchi mai di me? Io mi trovo insopportabile. Dolorosissime parole, quasi epitaffi, intrisi di una lucidità che soltanto la follia può generare. Quella follia che viene dalla sofferenza vera, dalla solitudine, dall’esilio forzato su di una sedia a rotelle. Marina è dolce e agra, le sue liriche ancora di più.
Spesso ci si ritrova a dover assistere a pièce che sono e restano nella mente di chi l’ha concepite. Si rimane in attesa anche di una seppur flebile suggestione, che a volte non arriva. E si rimane impalati a chiedersi perché.. Emozioni non pervenute. In questo caso le uniche derivano dalla lettura delle lettere che la poetessa scrisse ad Ariadna, al marito Efron, ad un’amica, proiettate sul tulle, tra una radiografia di ossa di cranio, di colonne vertebrali, di dentature e l’altra.
Ognuno ha i propri limiti: primo fra tutti chi scrive.

 

foto di Giovanni Chiarot

Vi è sempre stato l’inverno nella mia gola …

Visto al Teatro Duse di Genova venerdì 8 marzo 2019

ricci/forte
Easy to remember
drammaturgia ricci/forte
con Anna Gualdo e Liliana Laera
regia Stefano Ricci | movimenti Piersten Leirom
suono Andrea Cera | voce registrata Anna Terio

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