Danza, la gatta sul palco che scotta — 24/11/2023 at 21:26

L’importanza di essere Maria e non solo Callas

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RUMOR(S)CENA – VENEZIA – Al Teatro Malibran di Venezia, l’omaggio in danza di Michela Barasciutti al celebre soprano, di cui ricorre il centenario della nascita il 2 dicembre. È spesso un rischio accostarsi con omaggi ai miti, di solito personalità complesse e dalla carriera sfaccettata, ma l’elegante discrezione con la quale Michela Barasciutti ha messo in scena uno spettacolo intorno a Maria Callas, riuscendo a scansare l’ostacolo. Io Maria, Lei Callas è infatti un affresco di danza sommesso e non gridato: pochi tocchi gentili che tracciano il profilo del celebre soprano, di cui il 2 dicembre ricorre il centenario della nascita.

Tocnadanza – storica compagnia di Barasciutti, da lei fondata nel 1991 – l’ha portato in scena il 19 novembre al Teatro Malibran, e già questa circostanza è in sintonia con il soggetto trattato, dal momento che Maria Callas si inoltrò all’inizio proprio sui ruoli scritti per Maria Malibran, altro celebre soprano dell’Ottocento a cui è dedicato il teatro veneziano. Qui, in questa deliziosa sala dai toni rosa antico – “controfigura” della Fenice a cui il teatro Malibran è affiliato – si apre dunque il sipario sulla vita di Callas, una e trina: Maria, la donna sensibile ed esposta ai tormenti delle emozioni, Callas la divina, l’artista destinata a cavalcare le scene in modo imperioso, e Maria Callas, in complicato equilibrio fra le sue due nature. Barasciutti affida a tre interpreti (Sara Cavalieri, Roberta De Rosa ed Erika Melli) la trimurti di Callas, tessendo traiettorie lente, l’incedere di passerelle raffinate in abiti scuri da sera, rotte all’improvviso da liti a due, mentre la terza sovrasta, arbitro della partita.

Sgusciate via dall’abito di scena si ritrovano in sottovesti bianche in un corpo a corpo furioso. “Ci sono due persone in me: mi piacerebbe essere Maria, ma devo vivere all’altezza delle aspettative di Callas” echeggia sullo sfondo la voce del soprano, estratti di interviste che punteggiano lo spettacolo, alternate a brevi momenti canori. Immancabile Casta diva, forse l’aria più richiamata alla fama della Callas, ascolto della sua voce che vibra mentre tutto si ferma. Sono respiri, tempi di pausa della danza, evocazioni del mito, mentre la scelta musicale (di Stefano Costantini) delle zone danzate non si sovrappone al canto, ma opta per Mozart o Bach o Kodaly.

All’icona frammentata di Maria si allacciano le figure dei suoi grandi amori: il primo marito, e suo impresario, Meneghini, Onassis o della passione tradita e infine Pasolini, irrisolta attrazione fra due immense personalità d’artista. Anche qui Barasciutti divide per tre le interpretazioni, affidandole a Mirko Paparusso, Marco Mantovani e Giulio Petrucci, ma non c’è un’alta definizione dei personaggi: scorrono accanto alle Marie come fantasmi della sua mente. Sottolineando la solitudine esponenziale che l’accompagnerà fino alla morte e a cui accenna l’immagine ultima dei danzatori, in fila, che si voltano a guardare lo spazio vuoto illuminato dai riflettori.

Io Maria, Lei Callas è stato il secondo appuntamento di VeneziainDanza, microfestival al Malibran sempre curato da Michela Barasciutti, inaugurato da Giselle e altre storie con i solisti del GaertnerPlatz Theater di Monaco e che si chiuderà sabato 25 novembre con Vivaldiana della Spellbound Dance Company di Mauro Astolfi.

Visto il 19 dicembre 2023 al Teatro Malibran di Venezia

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