Danza — 21/12/2023 at 08:15

Coppelia esalta l’accensione di “Big Ballerina” e inaugura la stagione del Balletto al Teatro alla Scala

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RUMOR(S)CENA – MILANO – Una serata che potremmo definire “simbolica” per esaltare non solo la figura della ballerina e dunque in senso più ampio l’immagine della donna, ma anche l’importanza del Balletto al pari dell’Opera, quella che ha fatto coincidere la Prima assoluta della Stagione di Balletto del Teatro alla Scala con la nuova messinscena di “Coppèlia” di Alexei Ratmansky.  L’accensione di una installazione di light art realizzata dall’artista Angelo Borello, che rappresenta una ballerina alta dieci metri nella posizione di un relevè in punta, è stata posizionata sulla terrazza principale del Teatro e illuminerà infatti la facciata del Teatro alla Scala fino al prossimo 7 gennaio.

Christian Fagetti.ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Un omaggio all’arte della danza, a Tersicore, musa della danza, ma soprattutto alla donna in generale e in particolare alla nuova étoile nominata di recente Nicoletta Manni, interprete del ruolo di Swanilda in occasione della Prima andata in scena lo scorso 17 dicembre.

La Manni danzerà ancora nelle repliche del prossimo 20, 29 e 31 dicembre insieme al Primo Ballerino nonché consorte Timofej Abdrijashenko nel ruolo di Franz. La scelta della direzione è stata però anche quella di valorizzare tutti gli altri danzatori della Scala alternando quattro cast e facendo interpretare Swanilda nelle altre repliche, che si terranno fino al 13 gennaio anche da Camilla Cerulli e Claudio Coviello, Alice Mariani e Nicola del Freo, Martina Arduino e Marco Agostino.

Christian Fagetti e Timofej Andrijashenko.ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Celebre balletto della Francia del Secondo Impero “Coppelia ou la fille aux yeux d’émail (Coppelia e la ragazza dagli occhi di smalto), venne rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1870 su musiche di Leo Delibes e coreografia di Athur Saint Leon. La coreografia si ispira a un racconto di Hoffmann, maestro del generale fantastico e surreale, alleggerendo i risvolti comico grotteschi con il ricorso ai toni umoristici e facendo ampio uso di danze di carattere. Il balletto mette in risalto l’antico motivo della magia e della creazione demiurgica, il tema della ballerina come “corpo meccanico” capace di sfidare la forza della gravità e di giocare su equilibri e disequilibri, mettendo l’accento anche sulle relazioni tra l’uomo, gli automi e dunque le macchine e i sentimenti umani.

Christian Fagetti.ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

 La storia racconta l’amore di Franz per la misteriosa Coppelia, la bambola meccanica costruita dal giocattolaio-stregone Coppelius. Gelosa del suo innamorato Swanilda si introduce nel laboratorio per scoprire il segreto di Coppelia e sorpresa dal giocattolaio si sostituisce alla bambola danzando come una marionetta e dando l’illusione a Coppellius di aver tramutato la bambola meccanica, in una fanciulla in carne ed ossa. Anche Franz si introduce nel laboratorio ma viene drogato dal mago allo scopo di sottrarre da lui energia umana per realizzare i suoi automi. Swanilda però, riuscirà a salvare dall’incantesimo il suo amato e alla fine Coppelius scoprirà l’inganno e non potrà far altro che contemplare l’autentico amore tra Franz e Swanilda.

Navrin Turnbull.ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Questa nuova versione di Ratmansky, che comunque rimane fedele alla versione originale, punta soprattutto nell’accentuare il carattere moderno di Swanilda, una donna molto molto diversa dalle protagoniste del balletto romantico, non è una succube, non è una donna che soffre o muore per amore, non incarna lo stereotipo della ballerina eterea, ma al contrario è forte, volitiva e lo dimostra nelle sequenze dei passi che sono tutti dinamici, veloci, scattanti. Nei passi a due sembra essere lei a guidare il suo partner come anche nelle prese e nei sollevamenti. Nicoletta Manni è perfettamente in sintonia con il carattere del personaggio rendendolo molto contemporaneo e vicino alle dinamiche di coppia tuttora esistenti. Il fatto poi che si sostituisca alla bambola automa, dimostra ancora oggi che è inutile lasciarsi ingannare dalle apparenze di una donna bella ma finta, senza anima appunto, perché  la bellezza esteriore non sempre coincide con la presenza di una spiritualità  e di un’anima in grado di trovare una reale affinità con quella dell’amato.

Il balletto del coreografo Alexei Ratmansky nel primo atto, quando il sipario si apre sulla piazza di un paesino ucraino al confine con la Galizia, paese natale dell’artista, propone invece, diversamente dalle altre versioni, una mazurka molto dinamica, velocissima, quasi moderna, fatta di un mix di passi di carattere e lift di stile contemporaneo in cui i ballerini sollevano in aria le danzatrici facendole quasi rimanere sdraiate in aria.

 Il tema del triangolo amoroso poi, che Roland Petit aveva affrontato più dal punto di vista psicologico trasformando Coppelius  in un fascinoso dandy fin de siécle, attempato scapolone che spera di crearsi una donna “in laboratorio” adatta a tutte le sue esigenze,  viene riportato da Ratmansky  a quella più fiabesca dello “scienziato pazzo”. Il Coppelius  interpretato per la prima volta da Christian Fagetti ricorda quello del dottor Caligari, il protagonista del celebre film muto degli anni Venti di Robert Wiene che divenne simbolo del cinema espressionista tedesco, giocando moltissimo con il tema del doppio e la distinzione tra allucinazione e realtà. Non a caso nel secondo atto il laboratorio del giocattolaio è tetro, quasi da film da horror, con gigantografie di scheletri umani o animaleschi, mentre i burattini non hanno l’aspetto di giocattoli, ma di burattini spogli, senza abiti, che non li caratterizzano in alcun modo, rendendoli corpi inanimati. E’ soprattutto in questa scena che Timofej Abdrijashenko  dà il meglio di sé interpetrando con grande brio, ironia e capacità attoriale il ruolo dell’ingenuo innamorato che si fa abbindolare dal diabolico giocattolaio.

Timofej Andrijashenko .ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Nel terzo atto Swanilda e Franz decidono di sposarsi, ma Coppelius furibondo arriva e accusa gli amanti di are distrutto il lavoro di una vita. Il Borgomastro interverrà, dandogli un sacco di oro e lo manderà via, mentre tutta la gente del paese festeggerà il matrimonio dei due giovani, con le celebri danze di gruppo e gli impeccabili virtuosismi tecnici dei due primi ballerini.  Il pubblico, che aveva già accolto tutto il Corpo di Ballo con dieci minuti di appalusi all’anteprima giovani del 15 dicembre, ha confermato anche alla prima del 17 dicembre il successo di questa nuova “Coppelia” scaligera.

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