Festival(s), Recensioni — 18/11/2016 at 00:36

Festival che sorgono su “Terreni Creativi” e “Città del Teatro”: da Albenga a Troia

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Lasciata Albenga la rotta sui festival virava  verso la Puglia dove dal 2005 nel mese di agosto si anima per le vie della città di Troia, (in provincia di Foggia) un singolare quanto partecipato festival teatrale. Un comune situato sulle pendici del Subappenino Dauno, a ridosso del Tavoliere delle Puglie. Le sue origini sono antichissime e si ha notizia della sua esistenza fin dal VI – V secolo riferibile al periodo della Magna Grecia. In epoca romana il suo nome era Aecae e le fonti storiche parlano di distruzione e ricostruzione in epoche diverse, fino ad arrivare al 1019 quando fu rifondata assumendo un ruolo strategico in epoca bizantina con il nome di Troja; successivamente mutuato con Troia. Terra di assedi, crociate, distruzioni, fu anche sede di molti concili vaticani. Considerato uno dei borghi medioevali più belli del meridione d’Italia, la città conserva un patrimonio artistico di notevole importanza, prima fra tutte la Cattedrale di Santa Maria in stile romanico con influenza dello stile pisano – orientale, risalente al 1093 dotata di un rosone ad undici raggi, unico nel suo genere in tutto il mondo (fu scelto per la banconota da cinquemila lire) dove sono state scolpite figure zoomorfe molto caratteristiche anomale per un edificio sacro. Composto da undici “spicchi” di pietra traforata, asimmetrico, il numero ha un significato simbolico, in quanto corrisponde al numero degli apostoli, senza contare Giuda.

troia

Visitare Troia per la prima volta rivela un paesaggio armonico e la sensazione di entrare in una dimensione sociale completamente diversa da come si è abituati a vivere: la calma e la serenità che regna in questo luogo è la conseguenza di abitudini tramandate nel tempo. Il festival in questa città assume una valenza unica nel suo genere. La partecipazione corale è sorprendente a tal punto che nella settimana in cui si svolge, si celebrano matrimoni di coppie che decidono di sposarsi a Troia, per poi soggiornare in città ed assistere agli spettacoli in programma.  Difficilmente si riscontra un tale entusiasmo come quello percepito tra gli abitanti di questo luogo coinvolti a vario titolo nell’organizzazione del festival, dimostrando l’ entusiasmo per sentirsi protagonista di un evento. Il raduno giornaliero per l’incontro con gli artisti, denominato Talking About, sulle scale della Cattedrale, momento di scambio di opinioni tra i partecipanti e gli osservatori critici, attirava la curiosità dei passanti ampliando il dibattito. Occasione di ascoltare anche testimonianze di un passato storico, come nel caso dei braccianti agricoli arrivati dalla costa che dormivano sulla pietra di marmo, la stessa in cui sedevano i protagonisti del festival, intenti a discutere dell’esito di uno spettacolo visto il giorno prima.  Nel passato  erano uomini in cerca di lavoro arrivati fino a Troia nella speranza di essere scelti dai proprietari terrieri e portati nei campi coltivati a raccogliere le olive, l’uva, e il grano.

Il paesaggio intorno alla città di Troia
Il paesaggio intorno alla città di Troia

Francesco Ottavio De Santis è il direttore artistico del Fèstival Tròia Teàtro insieme a Francesco Caserta, direttore organizzativo, il quale ci racconta come è nato. «L’idea di realizzare una rassegna di teatro ci è stata suggerita dalla percezione di un embrionale fermento in questo campo di diverse realtà associative del nostro paese. Uno degli obiettivi del Fèstival Tròia Teàtro (organizzato dalla Compagnia Teatro 35, U.G.T.-Unione Giovanile Troiana e A.c.t! Monti Dauni, ndr) in questi anni, è stato quello di creare una piattaforma dedicata specificatamente alla loro espressione artistica; attraverso la promozione di una vera e propria rassegna destinata a diventare un appuntamento ricorrente. La mobilitazione di risorse umane ed economiche necessarie un progetto di questo tipo, ha contribuito a creare non solo le condizioni materiali ma anche il clima culturale adeguato, al fine di recepire il messaggio di integrazione sociale di tanti giovani impiegati in questo campo, già intenzionati nel cercarlo. Il Fèstival Tròia Teàtro (l’accento acuto sulla parola a deriva dall’ortografia greca e latina, ndr) da subito ha attirato l’attenzione dei cittadini ed ha creato un fenomeno di mobilità verso il nostro paese di cui ha beneficiato tutta la comunità. Nelle edizioni che si sono susseguite abbiamo ospitato artisti di fama internazionale, oltre ai quali abbiamo voluto proporre anche dei laboratori teatrali gratuiti gestiti da attori professionisti con il ruolo di animatori. Iniziative pensate per migliorare le capacità di espressione artistica delle persone coinvolte senza distinzioni.

Lo staff del Festival di Troia
Lo staff del Festival di Troia

Un coinvolgimento per valorizzare oltre i giovani, anche soggetti diversamente abili, molti dei quali hanno dimostrato di usufruire di esperienze positive con lo strumento espressivo del teatro. La scelta artistica ha sempre dato particolare attenzione anche alle compagnie locali, al teatro di strada. Abbiamo istituito il Premio teatraleLa Scrofa d’Oro – Eceplast”( ricavato dallo stemma della città di Troia dove era raffigurata una scrofa che allattava sette porcellini. La ditta di imballaggi industriali di plastica è lo sponsor ufficiale, ndr), un numero elevato di attività collaterali come mostre, concerti, convegni e presentazioni, proiezioni, progetti site-specific».

I palcoscenici sono la piazza, le strade della città, il corso Regina Margherita, dove avviene il passeggio serale, il chiostro di un ex convento ora sede di museo. Luoghi dove il teatro può concedersi senza vincoli strutturali con un obiettivo molto ambizioso: l’artista e il pubblico si ritrovano a stretto contatto, ogni distanza tende ad annullarsi per creare un coinvolgimento fisico ed emotivo tale da fondersi insieme. La circolazione libera delle persone sulle strade mentre gli artisti di strada si esibivano non è una novità, accade in molti altri festival ma qui, in un contesto urbano così particolare, assume le caratteristiche di festa. Ed è cosi che un festival dovrebbe svolgersi perché la definizione corretta è “festa popolare”, la sua origine e missione.

festival

«Il Fèstival Tròia Teàtro si svolge all’aperto per favorire il coinvolgimento della cittadinanza e lo scenario che circonda la città, come sfondo alla manifestazione, crea un palcoscenico suggestivo nel quale artisti e spettatori si incontrano. L’anima della rassegna è stata la realizzazione di un unico grande spettacolo – spiega Francesco Ottavio De Santisuna festa in cui gli spettatori, i cittadini e gli artisti si sentano partecipi in egual misura. Una guida nella scelta artistica è la ricerca di un Teatro che sappia sperimentare e che si faccia contenitore di varie forme d’arte: dalla danza alla musica, dalla poesia alla pittura al cinema. Una delle finalità è proprio quella di creare uno spazio ideale dove tutti gli artisti possano esprimersi al meglio e in armonia con la popolazione.

È grazie all’espressione libera dell’arte, condizione necessaria e imprescindibile, che scaturiscono le buone relazioni con gli artisti, ma anche con i critici, le istituzioni, i privati, le fondazioni e le associazioni e tutti coloro che hanno avuto un ruolo significativo nell’organizzazione». L’edizione 2016 è stata intitolata “Sentimenti”: «Sentimento è ciò che genera azione, è la consapevolezza dei propri atti, il movimento del sentire, è ciò che unisce e divide, che separa – e infine – ciò che accomuna». Tra gli intenti c’è anche quello di «promuovere l’associazionismo culturale giovanile come forma di aggregazione creativa, in grado di svolgere una funzione di contrasto del disagio sociale e di traino della rigenerazione socio-economica del territorio di Troia».

Giovanna e Peppino , assidui spettatori a teatro
Giovanna e Peppino , assidui spettatori a teatro

Il valore aggiunto è la possibilità di sedimentarsi a lungo nel proprio territorio affinché diventi patrimonio comune e sia partecipe come soggetto attivo alla sua creazione. Il direttore artistico De Santis ci dice anche che la scelta artistica di quest’anno, ha visto una presenza minore di artisti celebri e affermati, senza per questo venire meno al suo mandato di far conoscere giovani e artisti di strada, la vera anima, capace di intrattenere e rallegrare fino a notte inoltrata il pubblico, le famiglie, i bambini, gli anziani come Peppino e Giovanna, rispettivamente di 92 anni lui, 89 anni lei. Una coppia sempre presente ogni sera per assistere agli spettacoli. Sessantasei anni di matrimonio dopo dieci di fidanzamento. Raccontano come la loro vita sia scandita da ritmi quotidiani semplici, il cucinare, andare a messa ma la sera – spiegano – è consuetudine non mancare a nessun appuntamento, compreso il dopo festival, ritrovo per i più giovani, dove si ascolta musica e si sta tutti insieme. Entusiasmo trasmesso anche ai sei figli, oltre ad essere nonni di 15 nipoti e avere sette pronipoti. Dopo aver lavorato come operaio in Germania e in altre città italiane, Peppino a 80 anni è andato in pensione e vive a Troia con la moglie. La passione per il teatro è una costante che dimostrano di possedere con grande entusiasmo, sorpresi di essere intervistati, come se questa loro partecipazione non avesse nulla di straordinario. Un Festival che richiama l’attenzione di persone così denota il valore sociale determinato da una costante attività promozionale perseguita negli anni, oltre ad essere orientati verso il futuro con la previsione di consolidare sempre più il rapporto tra offerta artistica e gradimento della popolazione.

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