Danza, musica e concerti — 18/07/2019 at 12:55

“Varie azioni sul tema” di Valeria Caliandro e Virginia Gradi alla Rocca di Carmignano

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RUMORS(C)ENA – VARIE AZIONI SUL TEMA – CARMIGNANO – PRATO – Va in scena il 19 luglio alle ore 21.30 nei giardini dell’antica Rocca di Carmignano il concerto teatro “Varie azioni sul tema” di e con Valeria Caliandro, musicista e cantautrice pratese di origini pugliesi, e Virginia Gradi, danzatrice professionista. Lo spettacolo è il frutto dell’idea di voler trasformare in immagine l’ultimo disco della Caliandro “La seducente assenza” uscito a dicembre 2017 e preceduto da un altro album “Immacolato Caos” uscito nel 2011 a sei anni di distanza.

Quando ha scoperto che la musica poteva diventare il tuo lavoro?
«Suono il pianoforte da quando sono piccola e per passione ho sempre scritto canzoni, soprattutto durante l’adolescenza. Poi, nel 2011 ho pubblicato il mio primo album “Immacolato caos” prodotto da Marzio Benelli e da Cristiano Bottai in cui mi presentavo con l’alter ego artistico di “Vilrouge”, che identificava tutta la band. In questo nuovo disco che si intitola “La seducente assenza” ho abbandonato questo alter ego per presentarmi come Valeria.»

Cosa è cambiato nella sua musica e in lei rispetto al primo album?
«Nel primo album mi sono confrontata con un tema adolescenziale, ovvero il caos dei miei venti anni, reso molto bene dal brano “Abat jour”, che racconta di una stanza in disordine che nel mio immaginario assomiglia appunto al disordine cerebrale di un adolescente.
Nel secondo album invece parlo di altro: la seducente assenza è quel senso di nostalgia che una persona prova dopo la fine di una relazione. Io credo che ognuno di noi ci sia un vuoto, che è direttamente proporzionale alla solitudine ed all’abbandono. In quest’ultimo caso il vuoto tende ad intensificarsi, perché si cerca di continuare in qualche modo il dialogo con l’altro che non c’è più e questo dialogo finisce per essere nient’altro che una conversazione con il proprio sé.»

 

Perché definisce questa assenza, che è una forma di dolore, come se fosse appunto seducente?
«Inevitabilmente l’assenza genera una presa di coscienza: di fronte alla propria solitudine ognuno prende atto della mancanza effettiva. In fondo però questa assenza è seducente perché chi la prova non può farne a meno. C’è un brano particolarmente esemplificativo di questa sensazione, ovvero “La sirena ed il pirata” dove appunto la sirena rappresenta, nell’immaginario e nella letteratura, la figura di una donna che attrae per uccidere.»

Perché “La seducente assenza” arriva a sei anni di distanza rispetto ad “Immacolato Caos”?
«“Immacolato Caos” era l’album dei miei venti anni ed era composto da undici brani. Ne “La seducente assenza” ci sono meno brani, sette in tutto, ma per realizzarlo mi sono avvalsa della direzione artistica di Lorenzo Tommasini. Arrivare in fondo a questo lavoro, fatto a quattro mani, è stata una gestazione: Lorenzo ha infatti contribuito a togliere molte delle mie abitudini, tra cui far prevalere la mia voce rispetto al pianoforte, tanto per citarne una.»

Dalla musica al teatro: come è nata l’idea di fare di un album uno spettacolo?
«L’idea non è stata mia, ma di Virginia Gradi. L’incontro con lei è stato casuale: stavo cercando casa e mi sono imbattuta proprio nella casa di proprietà d Virginia. Dopo questa prima conoscenza non ci siamo più viste, è stata lei a contattarmi dopo un po’ di tempo per propormi di fare dell’album uno spettacolo.
Lo spettacolo “Varie azioni sul tema” è stato presentato a novembre 2018, adesso lo stiamo riproponendo con alcune ‘variazioni’ appunto rispetto al nucleo originario.»

 

 

Cosa raccontate lei e Virginia in questo spettacolo?
«Virginia ha dato un corpo alle mie parole, già dalla prima versione dello spettacolo: noi due rappresentiamo l’altrove ed il presente. Nella versione estiva che sarà presentata anche alla Rocca di Carmignano non ci saranno soltanto brani de “La seducente assenza” ma anche due cover, alcuni brani di “Immacolato Caos” ed anche alcuni inediti. Virginia ed io siamo due facce della stessa medaglia, ovvero la stessa donna che si guarda allo specchio. Ad un certo punto smetteremo di essere speculari e tra e me e lei non ci sarà più alcun collegamento. Per certi aspetti in questo spettacolo si torna un po’ all’immaginario che era al centro di “Immacolato caos”, ma alla fine la nostra confusione mentale sarà risolta. Questo non vuol dire che ci faremo più le domande che hanno dato origine al caos appunto, quelle resteranno. La differenza starà tutta nell’accettare che queste domande esistono e che dovremo farci sempre i conti.»

Varie azioni sul tema
di e con Valeria Caliandro e Virginia Gradi
fotografie di Margherita Nuti

 

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