Co-Scienze, Editoriale — 13/03/2021 at 09:23

La libertà della soggettività

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RUMOR(S)CENA – CO-SCIENZE – “Che cos’è la soggettività?” è una domanda che anche Franco Basaglia ha continuato a porsi, forse non riuscendo mai a rispondersi significativamente. La soggettività è legata all’identità, alla dignità, ai bisogni e alla libertà. In questo periodo specifico, i termini bisogno e libertà sono quelli che maggiormente si sentono utilizzare. Bisogno di muoversi – la pena che viene commisurata a chi “delinque” è la limitazione del muoversi, è la contenzione ambientale, è la carcerazione. Che reato abbiamo commesso per essere costretti tra quattro mura o in ristrettissimi confini comunali? Bisogno di vedersi – l’umana necessità di relazione è diventata un’illegittimità, una disobbedienza da multare e, comunque, trasformata in incontri di maschere dietro cui si celano gioie e dolori, sorrisi e smorfie.

Bisogno di “sentirsi – l’abbraccio in cui ci si perdeva, in cui ci si rannicchiava alla ricerca di calore e rassicurazione è ora portatore di pericolo, di malattia, è l’abbraccio nemico. Bisogno di futuro – progettare è la spinta motivazionale che ci spinge a desiderare, alla curiosità e al fare, progettare è pensare di avere il diritto alla vita – i nostri non progetti finiscono in un DPCM. Non abbiamo più il diritto ai bisogni – almeno ai bisogni individuali, sostituiti completamente da quelli sociali, tradotti in questo periodo in uno solo, il diritto alla salute. Diritto, pienamente condivisibile, sancito anche dall’art. 32 della Costituzione che così recita: ”La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Ed ecco allora che inizia a risuonare prepotentemente il termine Libertà.

La libertà di un soggetto rispetto alla sua salute e quindi al concetto di cura è ancora definita e determinata da un altro capitello della Costituzione : “il consenso informato trova il suo fondamento negli artt. 2, 13 e 32 della Costituzione pone in risalto la sua funzione di sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello all’autodeterminazione e quello alla salute, in quanto, se è vero che ogni individuo ha il diritto di essere curato, egli ha, altresì, il diritto di ricevere le opportune informazioni in ordine alla natura e ai possibili sviluppi del percorso terapeutico cui può essere sottoposto, ….”.

Non ci si sente liberi, in questo periodo, non ci si sente liberi perché come sopra esplicitato, un soggetto è in grado di decidere se ben informato, se correttamente informato. Ebbene è possibile ritenere di essere trasparentemente informati, per esempio sui vaccini? Quando, dietro ad una cura proposta, come in questo caso i vaccini, ci sono dietro interessi finanziari così imponenti, quando la comunicazione dice tutto ed il contrario di tutto, quando le loro caratteristiche vengono descritte in modo diverso quotidianamente, è davvero possibile pensare di essere in grado di dare il proprio consenso serenamente? Certamente si potrebbe obiettare che anche dietro a tutti i farmaci esistono interessi privati, che se leggessimo i bugiardini gli effetti positivi fanno a pugni con quelli negativi, è vero però che si è liberi di scegliere se assumerli ed eventualmente quali. Ma ora la libertà dell’individuo viene ulteriormente negata nel momento in cui non si può decidere tra i vaccini disponibili! Ne nasce un altro fondamentale bisogno, il bisogno di essere soggetto attraverso il diritto alla verità, per quanto scomoda possa essere. Dovremmo sentirci liberi di sapere, liberi di pensare, liberi di scegliere. Liberi nella propria soggettività.

tratto da

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