Spettacoli — 12/12/2021 at 15:52

Gabriele Lavia al teatro Duse con “Le leggi della gravità”

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RUMOR(S)CENA – BOLOGNA – Il teatro Eleonora Duse di Bologna ha ospitato l’atto unico che Gabriele Lavia ha tratto dal romanzo di Jean Teulé “Les lois de la gravité”, dal quale è stato tratto anche un film diretto da Jean Paul Lilienfeld . Affiancato dalla coprotagonista Federica Di Martino e da Enrico Torzillo, nei panni del giovane poliziotto Antoine, Gabriele Lavia, interpreta un anziano commissario alla vigilia del pensionamento. Tutto si svolge nel suo ufficio, scena fissa ed allusiva ideata da Alessandro Camera, poco illuminata: su un lato una piccola scrivania e un termosifone, sul lato opposto una sedia e una porta e al centro, un poco arretrato, un grande tavolo ricolmo di fascicoli, presumibilmente di casi ancora aperti.

Federica De Martino Gabriele Lavia

È sera, trascorsa la notte, il giorno dopo sarà in riposo e quello ancora successivo in pensione. All’improvviso arriva una donna, interpretata da Federica Di Martino, che intende confessare di essere l’autrice del decesso del marito, caso catalogato all’epoca come suicidio, e che cadrà in prescrizione alla mezzanotte di quello stesso giorno. Il commissario, stanco e disilluso, fa di tutto per non riaprire il caso. Alla fine però raccoglie e scrive a mano la testimonianza di autodenuncia della donna. Questo atto unico è un serrato confronto verbale ed esistenziale di due coscienze che vorrebbe svelare i dolori, le paure e le contraddizioni dei protagonisti. La regia di Lavia chiede un’attenzione modulata sia alla mimica, sia alla recitazione, ma non raggiunge la forza che il testo richiederebbe. La recitazione di Lavia è come sempre lucida ed accurata, ma non ricca di sfumature; la stanchezza fisica del commissario rispecchia bene una stanchezza interiore, in tono forse volutamente monocorde.

Gabriele Lavia – Federica di Martino

La recitazione di Federica di Martino è concitata e vorrebbe tradurre l’urgenza di appagare il senso di colpa della donna, ma il personaggio risulta solo un carattere senza delineata personalità né profilo psicologico. L’ingenua leggerezza del giovane poliziotto Antoine vorrebbe probabilmente essere specchio di un animo non ancora inasprito dalla durezza del mestiere, ma sfocia in una recitazione macchiettistica. Nel presentare lo spettacolo Lavia così spiega la sua regia:<<L’uomo cade nella vita. Cade nel suo dolore, come cade nella felicità e nel successo. L’uomo cade, precipita nel fallimento (da fallere, cadere) e fa male. In una notte freddissima un uomo e una donna prendono coscienza delle loro cadute. Ma vivere forse è la presa di coscienza dei propri “dolorosi” fallimenti>>. Lo spettacolo, tuttavia, non riesce a far emergere questi aspetti drammatici dell’animo umano, limitandosi a lasciare aperta la domanda: il giorno dopo saranno uno in pensione e l’altra in prigione?

Visto al Teatro Eleonora Duse di Bologna il 5 dicembre 2021

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