Nel salotto di Rachmaninov tra musica e danza

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RUMOR(S)CENA – RAVENNA – Al Ravenna Festival la serata omaggio dedicata al doppio anniversario del compositore russo con Beatrice Rana e coreografie di Scholz e Riva&Repele. Ha avuto solo due tappe – al Festival di Nervi e al Ravenna Festival, dove l’abbiamo vista – la Soirée di musica e danza per Rachmaninov organizzata per il doppio anniversario del musicista (150 dalla nascita e 80 dalla morte). Ed è un vero peccato perché è una serata ben costruita, di proporzioni giuste e talenti brillanti – nella musica di Rachmaninov con Beatrice Rana e Massimo Spada al pianoforte, Ludovica Rana al violoncello, come nella danza dove si alternano solisti d’eccezione e il duo Simone Repele e Sasha Riva, anche coreografi della novità del programma: Alla fine del mondo, basata sulle Danze Sinfoniche op. 45.

Massimo Spada crediti foto Flavio Ianniello

 La scia è quella seguita dal precedente omaggio a Stravinsky che Daniele Cipriani – produttore e promotore dello spettacolo con la consulenza e i testi di Gaston Fournier-Facio – ( la versione dei testi in italiano e’ di Simonetta Allder) organizza come un concertato di musiche e danze intervallate da una figura recitante di raccordo (l’altra volta Stravinsky era impersonato con arguta intensità da Vladimir Derevianko, mentre stavolta è la semplice voce recitante di Ettore F. Volontieri a leggere memorie sparse di Rachmaninov). Ma l’allestimento è ancora più curato nei dettagli, mettendo nel cuore della scena i pianoforti, orlati da praticabili con porte e inserti colorati e un gioco di luci (Alessandro Caso) che impreziosisce l’insieme. Persino su quella piazza d’armi che è l’affollatissimo Palazzo Mauro de André, la scena appare raccolta, un salottino raffinato dove sembrano suonare per pochi intimi Beatrice Rana e la sorella Ludovica nel delicatissimo Vocalise in mi minore op.34 n. 14. Beatrice è vestita di fiamma, un graffio rosso su quegli sfondi grigio fumé, così come incisivo e intenso è il suo tocco sui tasti, accompagnato dal lirismo del violoncello di Ludovica, abbigliata in una delicata sfumatura di viola. Sembra una scelta casuale e non lo è, perché tutto richiama alla messinscena che segue, ai lillà che il musicista russo amava e che compariranno un po’ ovunque nella coreografia di Sasha e Simone.

Beatrice Rana foto @ Simone Fowler – warnerclassics

In un ideale primo tempo (in realtà non ci sono intervalli) è il Rachmaninov più struggente e malinconico (a tratti sognante come il suo coetaneo Skrjabin) a segnare il tempo delle azioni e delle danze, firmate entrambe da Uwe Scholz: Sonata sull’Andante dalla Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore op. 19 e Trio sull’Andantino dalla Suite n.2 in do maggiore per due pianoforti op. 17. Scholz è stata una cometa nel firmamento post-Cranko, erede attraverso gli insegnamenti di Marcia Haydée – che di Cranko fu la musa -, di quello stile fluido e di linee elegantemente classiche. Talento precoce come lo fu la morte a soli 45 anni nel 2004, Scholz è stato poco visto in Italia e ora, forse un po’ tardivamente, riscoperto. Sonata è una sorta di visualizzazione dei movimenti musicali che una coppia inanella nello spazio, con Esnel Ramos, sostanzialmente nel ruolo di porteur della leggiadra Rachele Buriassi. Trio è più intricato, quasi inquieto nell’incedere dei due uomini (ancora Esnel Ramos e Oleksii Potiomkin) che si allacciano geometricamente al corpo sottile e affusolato di Buriassi, mentre i due pianoforti alle loro spalle si scambiano melodie e sottotesti.

Beatrice Rana Repele e Aizawa foto Marcello Orselli

Una sorta di anteprima per quella complicità dichiarata delle Danze Sinfoniche di cui Rana e Spada propongono la versione per due pianoforti che lo stesso Rachmaninov suonava con Horowitz in duetti “clandestini” a casa. Non siamo ancora dalle parti acrobatiche, belle e impossibili, degli Études-Tableaux ma anche qui c’è da indiavolirsi nel suonarle. La coreografia di Sasha e di Simone gioca di contrappunto, con un misto di punteggiature liriche e un generale tono grottesco un po’ alla Mats Ek con i danzatori dalla testa fasciata in un turbante e pantaloni sgonnellanti in grandi pliés alla seconda e l’incedere dondolante. Senza inseguire le peripezie sonore, la coreografia si abbandona al semi-scherzoso, a quadretti onirici, strizzando l’occhio da lontano ai controcanti di Horowitz e Rachmaninov. Tutti bravi nel folto gruppo, dove si staglia, accanto a Sasha e Simone, Yumi Aizawa e ben contornano Luca Curreli, Riccardo Ciarpella, Francesco Curatolo, Chiara dal Borgo, Giulia Pizzuto, Chiara Ranca e Parvaneh Scharafali.

foto Marcello Orselli

Applausi generosi per la serata-omaggio che rischia felicemente di diventare il nuovo brand di Daniele Cipriani accanto alle ormai celebrate passerelle con Les Etoiles.

Visto il 6 luglio 2023 al Ravenna Festival

foto Wagner Mela
Potiomkin crediti foto Marcello Orselli
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