Recensioni — 07/10/2022 at 14:03

Down: un delicato e intimo racconto di un’esperienza genitoriale

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RUMOR(S)CENA – BOLZANO –Down” di Collettivo Clochart è uno degli otto titoli presentati al Teatro Comunale di Bolzano nell’ambito della “Piattaforma per la circuitazione dello spettacolo professionale in Trentino-Alto Adige”, ambizioso progetto curato da Teatro Stabile, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento e Coordinamento Teatrale Trentino. Lo spettacolo può essere assunto, a titolo esemplificativo, come primo e lusinghiero risultato di questa importante iniziativa regionale. Non solo: dimostra un certo fervore creativo presente nel territorio che cerca circuiti capaci di garantire visibilità.

foto di Elena Beregoi

Fondato nel 2012 dal regista Michele Comite, il trentino Collettivo Clochart di Mori si caratterizza per la ricerca e promozione di una nuova cultura della “diversità” rivolta a persone in situazione di disagio attraverso il loro coinvolgimento in spettacoli teatrali, danza, laboratori creativi.

foto di Elena Beregoi

Emblematico, in merito, è questo “Down”, ultima produzione prossima al debutto. Si tratta di un delicato e intimo racconto di un’esperienza genitoriale vissute a contatto con una figlia colpita dalla sindrome di Down, attraverso il filtro delle emozioni e della predisposizione alla comprensione di linguaggi e gesti “diversi”. La dialettica paura-coraggio costituisce il perno narrativo del testo lungo le coordinate espressive sostenute da una madre inizialmente molto preoccupata di avere una figlia down e dalla stessa figlia di fronte alla sua stessa vita. Tra le due figure si sviluppa una relazione d’amore fatta di ascolto e silenzi, carezze e sorrisi.

Sul palcoscenico del Teatro Comunale, dove si accomoda anche il pubblico per creare uno spazio intimo e raccolto, si muovono Giorgia Benassi, attrice con disabilità nel ruolo della figlia, e la madre Viviana Pacchin, danzatrice professionista, cui si aggiunge in un secondo momento, nella parte del padre, lo stesso Comite che firma anche la regia, essenziale e calibrata, di questo prelibato spettacolo impostato sui dettami del teatro di figura e del teatro danza. Si anima una gestualità che progredisce da movimenti lenti e sospesi ad azioni concrete e quotidiane, secondo un ritmo dettato dallo sviluppo narrativo, definito nei suoi passaggi cruciali da un elemento fortemente connotativo: all’inizio della performance madre e figlia hanno la testa coperta da una casetta lignea analoga a quella appoggiata sul pavimento e con la quale spesso interagiscono. Si tratta di una protezione o rifugio mentale, forse una maschera che nasconde la vera identità dei personaggi. Ed è quella che cercano e trovano quando il “disagio” diventa liberatoria poesia di vita. Significativamente il padre, all’inizio di “Down” assente, vive la stessa metamorfosi esistenziale, espressa da un’azione di grande bellezza teatrale: sputa piccole palline di metallo che rimbalzano per terra e poi si trasformano in oggetto di gioco con la figlia ritrovata.

foto di Elena Beregoi

La “diversità” iniziale, vissuta in modo conflittuale e causa di tormenti, si stempera nella leggerezza della vita. Come sapientemente leggera e del tutto priva di retorica è l’impaginazione scenica di questo sorprendente “Down” che termina con un sorriso, quasi poetico, per una vita restituita alla dignità umana. Meritati e prolungati sono gli applausi rivolti agli attori da parte di un pubblico coinvolto e attento.

Visto al Teatro Comunale – Teatro Stabile Bolzano / Piattaforma per la circuitazione dello spettacolo professionale in Trentino-Alto Adige sabato 1 ottobre 2022

In replica al Teatro Sociale di Trento sabato 8 ottobre alle 11.30. Ingresso libero

pubblicata sul quotidiano Alto Adige il 4 ottobre 2022

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