Spettacoli — 07/02/2020 at 09:10

La Locandiera di Goldoni per la regia di Andrea Chiodi al Teatro di Rifredi

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RUMOR(S)CENA – LA LOCANDIERA – CARLO GOLDONI – TEATRO DI RIFREDI – FIRENZE – La versione del regista Andrea Chiodi trasforma La Locandiera, la commedia più conosciuta di Carlo Goldoni, in una favola tra bambole e parrucche bianche capace di rispettare il teatro del drammaturgo veneziano e nel contempo lo rende moderno grazie all’introduzione di momenti narrativi (dalle note dello stesso Goldoni in cui spiega la vicenda), oltre a scegliere canzoni popolari.
La commedia in tre atti, scritta nel 1752, ruota intorno alla figura di Mirandolina, una donna fiorentina scaltra padrona di una locanda e dotata di un ottimo eloquio, di cui approfitta per fare affari ed al contempo innamorare i suoi clienti, lasciando sempre l’illusione di una possibile conquista, agli ospiti che alloggiano nelle stanze ereditate dal padre e gestite insieme al cameriere Fabrizio. Tra questi vi sono il Marchese di Forlipopoli, un nobile decaduto capace di approfittare del suo titolo per fare la corte al Mirandolina, e il Conte di Albafiorita: un mercante arricchito, divenuto nobile, il quale è convinto di potersi comprare tutto, perfino l’amore della locandiera donandole pregiati e costosi regali. Tra i due litiganti (forse) il terzo gode: il Cavaliere di Ripafratta, ruvido di carattere e misogino per natura, attirato nella trappola amorosa per farlo suo e per riuscirci giorno dopo giorno cerca di conquistarlo con gentili attenzioni e innegabili abilità verbali.

Tindaro Granata

 

Secondo la riforma teatrale goldoniana, capace di affrancare le opere dalla commedia dell’arte, gli attori non dovevano più improvvisare in scena secondo un canovaccio generale per descrivere il carattere dei personaggi, ma interpretare un ruolo secondo un preciso testo scritto. Nella versione di Andrea Chiodi gli attori infatti, tutti vestiti di bianco e con parrucca in testa, inizialmente hanno il volto coperto da una maschera per poi essere tolta e mostrare la loro vera natura di attore: personaggio e bambola. Sul tavolo centrale: funge sia tavolo da gioco e da pranzo ma anche passerella, sono disposte infatti delle piccole bambole in legno, che traggono ispirazione dai Memoires goldoniani, con cui i personaggi si divertono ad interloquire mimando anche le loro successive azioni. A fare da intermezzo tra i vari atti, oltre alle canzoni come “Là ci darem la mano” di Mozart o canzoni popolari : “Mattinata fiorentina”, il regista introduce delle letture con cui i personaggi, uno dopo l’altro, leggono intorno al tavolo l’incipit dell’atto successivo come se vestissero per l’occasione i panni dell’autore.

 

Tindaro Granata e Mariangela Granelli

Il fulcro di tutta la vicenda è Mirandolina, interpretata come una donna matura ed astuta da una straordinaria Mariangela Granelli: una sorta di rappresentazione al femminile del Don Giovanni, a cui lo stesso Goldoni strizza l’occhio con simpatia ed è colei che lancia il messaggio morale nel finale, come a dire al pubblico di tenere a mente questa storia; ed in particolare di ricordarsi della locandiera al fine di sfuggire alla seduzione bugiarda di chi cerca soltanto di trarre in inganno a proprio favore o per divertimento.
Tra gli altri interpreti si distingue Tindaro Granata nella parte del Marchese di Forlipopoli, il perfetto cicisbeo settecentesco decaduto, vanitoso e capriccioso, volteggiante sul palcoscenico insieme al suo ventaglio insieme a Caterina Carpio e Caterina Filograno, chiamate a vestire i panni del Conte d’Albafiorita e del cameriere Fabrizio e delle commedianti Ortensia e Dejanira. Il Cavaliere di Ripafratta è interpretato da Fabio Marchisio
A delimitare la scenografia composta da appendiabiti su cui sono appesi molti costumi e gli abiti di scena, con cui di volta in volta si vestono gli attori, sempre in scena e seduti in disparte quando non è il loro turno, dove la regia li fa muovere intorno al grande tavolo e anche sopra quando recitano la loro parte; mentre sotto sarà loro consentito di essere se stessi e di rivelare i loro segreti più intimi.

 

Visto al Teatro Rifredi di Firenze il 24 gennaio 2020

 

La locandiera di Carlo Goldoni

regia Andrea Chiodi

con Caterina Carpio, Caterina Filograno, Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Fabio Marchisio

scene e costumi Margherita Baldoni

assistente alla regia Maria Laura Palmeri

disegno luci Marco Grisa

musiche Daniele D’Angelo

realizzazione costumi Maria Barbara de Marco

produzione Proxima Res

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