ALTRITEATRI — 06/05/2025 at 20:34

“L’amico di papà” combina solo guai. Fabio Gravina resuscita la farsa di Scarpetta

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RUMOR(S)CENA- ROMA- Dalla famiglia Scarpetta, oggi vivificata dall’irrompere nell’attualità di un gagliardo interprete dal cognome importante, il filone seminale dei De Filippo (più Peppino di Eduardo). Una tradizione che morirebbe se non fosse tenuta in vita con dignità e continuità da Fabio Gravina che riassume l’uno e trino dell’autore che fa rivivere nel cuore di un quartiere da cui prende nome il suo teatro. Impresario del luogo, regista, interprete. Una sintesi ammirevole in questi tempi di crisi per il teatro. Non sembri stantio questo revival filologico e didattico che prende lampi di modernità mainstream quando si apprende che il repertorio delle commedie di un’affiatata compagnia trova trasmigrazione su Amazon Prime, a disposizione degli abbonati. Un pezzo di Napoli e di tradizione ambientato a Roma, in una nicchia gestionale che non è auto-referenziale ma che ha incontrato una fetta di pubblico accogliente e ben disposto.

Fabio Gravina

Non sono poi molti i teatri che si prestano a questa contaminazione col cinema e per di più si una piattaforma. E Gravina è fedele alla causa napoletana da ben 25 anni con uno zoccolo duro di abbonati, con molti giorni con doppia replica e una lunga tenuta degli spettacoli che superano agevolmente il mese di mantenimento in cartellone. I suoi fedelissimi contano su 5/6 spettacoli a stagione, una garanzia per chi predilige il genere, gustato magari  con assaggi non troppo frequenti per non fare indigestione di vintage. Scarpetta poteva essere accusato di essere autore fin troppo fertile. Da uno spunto poteva ricavare giochi di situazione parallele. Autore fecondo, a volte corrivo per generosità ed esigenza di sopravvivenza teatrale. Scarpetta divenne ricco con una propria produzione fluviale, Gravina chiede molto di meno. Non si richiede profondità agli attori, né scavo psicologico ma l’abbandono al gioco degli equivoci meno raffinato e più grossier rispetto a Feydeau ma dai sicuri deflagranti effetti comici.

Tra storpiature di nomi, invettive, grotteschi stravolgimenti della realtà di un’umanità minore e primordiale sui cui campeggia invariata, anti-eroe per tutta le situazioni, quel combina guai chiamato Felice Sciosciammocca. In questo caso si presenta come l’amico di papà voglioso di restituire un antico credito. Ma le buone intenzioni presto si sbriciolano. Perché Felice, personaggio tutto d’un pezzo, finisce col portare lo scompiglio in una famiglia assennata in cui il suo interlocutore ha l’unico scopo nei suoi confronti di combinare un lucroso affare. Ma non ci sarà il tempo per questa auspicata trattativa. Felice vede peccati e macchinazioni contro il padrone di casa subdorando un molto presunto complotto. Immagina che la moglie tradisca il marito, che la figlia se la faccia con un  dipendente e persino complica i rapporti con il sodale e l’amante con una lettera al veleno.

Paola Fulciniti, Corrado Taranto, Fabio Gravina

Dove immagina di far da paciere provoca litigi. Una ridda di incontri e scontri senza fine ambientati in una casa borghese degli anni ’50, tra Napoli e Casoria. Per una pittoresca vicenda del genere non c’è finale né triste né allegro ma auto-ironico. Scarpetta (e con lui Gravina) si è divertito a imbrogliarci con leggerezza e simpatia senza pretese. Il tirare a campare lascia immaginare che non ci sia un mondo diverso seppure la speranza di un ipotetico progresso è sempre lì, appena adombrata dietro le quinte. Da segnalare il peso dei caratteristi in commedia: se Gravina gigioneggia e suscita risate, gli altri sono un coro di risposta efficace.  Teatro d’intrattenimento ma comunque di personalità e di peso che scansa velleità e pretese d’arte ma si fa commedia generosa, farsa e intrattenimento ad alto potenziale comico. Lo spettacolo di cui scriviamo è significativamente dedicato a Pupella Maggio, altra grande interprete di un tempo che fu.   

L’AMICO DI PAPÀ tre atti comici di Eduardo Scarpetta, con Fabio Gravina,  Corrado Taranto, Paola Fulciniti, Giuseppe Vitolo,  Stella Cerciello, Emanuel Pascale, Sara Scotto Di Luzio, Giuseppe Coppola. Regia di Fabio Gravina. Scene e costumi Francesco De Summa. Musiche originali Mariano Perrella

Visto al Teatro Prati di Roma, 3 maggio 2025  

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