Recensioni — 05/07/2017 at 22:54

Dentro il labirinto visionario il “Maestro e Margherita” nella versione di ariaTeatro

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PERGINE VALSUGANA (Trento) – Un percorso dentro l’anima stessa del teatro vissuto come un viaggio itinerante, accompagnati da figure misteriose, personaggi di una storia che si rivelano inaspettatamente e ti catturano per condurti in  una rappresentazione teatrale che diventa sempre più un’immersione nell’anima profonda del luogo che lo ospita: il Teatro Comunale di Pergine. Le pagine di un romanzo inquietante come il “Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov si trasformano in quadri scenici che si vanno a susseguire in un crescendo narrativo e interpretativo di grande suggestione e poeticità. Merito della regia di Chiara Benedetti e Giuseppe Amato nell’aver saputo ispirarsi all’opera letteraria traendone una versione scenica molto convincente. L’opera letteraria si sviluppa su tre piani narrativi differenti e complessi nella loro strutturazione in cui si incrociano diversi registri: da quello tragico al lirico, drammatico, grottesco fino a toccare perfino il comico e satirico, sapientemente dosati dall’autore, riuscendo mirabilmente a creare una doppia dimensione: narrativa e allo stesso tempo teatrale.

Lo spettacolo che ariaTeatro ha messo in scena contiene queste caratteristiche riuscendo a cogliere lo spirito che esala dalla lettura del romanzo stesso. Tutto si svolge con estrema leggerezza senza mai diventare un racconto filologico e descrittivo della trama, al contrario la visionarietà dei due registi e degli ottimi interpreti fanno si che si dilati in un viaggio a tratti onirico nel far apparire e sparire i personaggi che animano l’intero teatro. Abolita la convenzionalità di assistere alla rappresentazione seduti in platea, il pubblico viene accompagnato tramite guide in costume in tutti gli spazi dell’edificio teatrale fino a quelli che non sono mai accessibili. Dai ballatoi che sovrastano il palcoscenico ai corridoi illuminati da candele che portano verso stanze dove si conservano le attrezzerie di scena, popolate dai personaggi che raccontano e si lasciano ammirare per pochi istanti. Il Maestro e Margherita è incentrato sulla vicenda che vede coinvolto uno scrittore e drammaturgo soggetto a persecuzioni politiche da parte delle autorità sovietiche.

 

Siamo negli anni Trenta e il protagonista viene definito il “Maestro” e ama una donna che si chiama Margherita, perseguitato per essere l’autore di un contestato romanzo incentrato sulla figura di Ponzio Pilato, viene rinchiuso in un manicomio e per questo motivo impossibilitato nel poter stare accanto alla sua amata. Nella versione teatrale la narrazione si fa sempre più incalzante suscitando anche stupore per le suggestive scene che nella loro essenzialità riescono sempre a suscitare delle reazioni tra gli spettatori. Dall’alto del palcoscenico immersi nel buio e nel nero delle quinte si poteva osservare con la vista rivolta verso il basso le esili figure di ballerine in tutù, sbucate all’improvviso nella loro leggerezza dei movimenti e accompagnate da musiche scelte con grande cura da Giuseppe Amato. La scelta dei brani musicali dava ancora più valore alla drammaturgia scenica: Bela Bartok, Il castello di Barbablù; Swans, Lunacy; Zbigniew Preisner, Lacrimosa; Metallic Falcons, Nighttime and Morning.

 

 

 

 

Zbigniew Preisner, Lacrimosa

 

Il tutto è reso visionario come lo è il romanzo in cui lo scrittore intreccia visioni di realtà cosi diverse tra di loro dove si presentificano da una parte le forze oscure abitate da strani e misteriosi personaggi enigmatici e dall’altra parte gli esseri umani aggrappati alle proprie convinzioni realistiche e terrene. Figure che popolano abissi della mente umana in cui predomina la figura del Diavolo.  Addentrarsi nel teatro per assistere alla scena del Maestro ricoverato in manicomio è una delle scene più significative e ben realizzate. Nell’enorme spazio che contiene l’attrezzeria per allestimenti gli attori indossano pigiami in uso nei reparti psichiatrici. Le loro figure appaiono come fantasmatiche e surreali per la loro collocazione e scelta registica. Spettacolo di grande impatto visivo capace di utilizzare con grande maestria gli apparati scenici che si trasformano a loro volta in scenografie, la recitazione sempre calibrata di tutto il gruppo di artisti fino a creare un meccanismo che usa la finzione del teatro per trasformarla e vivacizzarla nel suo percorso che riporta alla fine il pubblico nel foyer lasciando a tutti una sensazione di aver vissuto un’esperienza insolita, immersiva e coinvolgente per tutti i sensi percettivi.

 

 

 

Il Maestro e Margherita

produzione ariaTeatro
con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti, Denis Fontanari, Christian Renzicchi
regia Chiara Benedetti, Giuseppe Amato
allestimento Federica Rigon, Omar Fisicaro, Gianluca Bosio
coreografie Maria Pia Di Mauro
con la partecipazione delle ballerine dell’Associazione Danzamania
fisarmonica Paolo Forte
violino Alessia Pallaoro
chitarra Candirù
organizzazione Cristina Pagliaro
con la collaborazione di Sara Troiani, Martina Segatta, Sara Roat, Ivan Ferigo, Alberto Frapporti, Marilena Gadler, Giulia Moser, Marianna Moser, Marco Nardelli, Nadia Simeonova

 

Visto al Teatro Comunale di Pergine l’8 aprile 2017

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