Recensioni — 04/12/2023 at 14:02

Zeno Cosini dialoga tra sé e con i suoi fantasmi

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 RUMOR(S)CENA – FIRENZE – La coscienza di Zeno” di Italo Svevo compie cento anni. Il romanzo psicanalitico per eccellenza, pubblicato nel 1923 è andato in scena al teatro della Pergola per la regia di Paolo Valerio, che drammatizza insieme a Monica Codena il flusso di coscienza del protagonista, sdoppiando la sua figura nel tempo fluido drammaturgico. La scenografia vuota è riempita soltanto da un elemento di scena, la poltrona su cui siede il protagonista, e viene impreziosita da proiezioni video sul fondale del palcoscenico, che ricreano l’architettura interna degli ambienti borghesi di inizio Novecento oppure paesaggi triestini lagunari e lunari.

La coscienza di Zeno – Alessandro Haber crediti foto Simone Di Luca

Al centro della scena campeggia un immenso oblò che funziona da cornice per i ritratti dei protagonisti che si sovrappongono tra loro, come accade nella memoria, oppure da lente dietro la quale compare l’occhio della coscienza o della psicanalisi. Dopo la celebre apertura del Dottor S. che annuncia per vendetta la pubblicazione del diario clinico del suo paziente che ha interrotto l’analisi, entra in scena Alessandro Haber ad interpretare un anziano Zeno Cosini, che dialoga col pubblico e con gli altri attori, sue proiezioni fantasmatiche in emersione dal passato, compreso il suo doppio giovane interpretato da Alberto Onofrietti, con i quali dialoga suggerendo talvolta le intenzioni delle battute che vengono così ripetute e sostituendosi a loro nelle scene ritenute più delicate, come la dichiarazione di amore ad Ada.

La coscienza di Zeno – Alessandro Haber crediti foto Simone Di Luca

A riempire lo spazio scenico non sono soltanto le proiezioni fantasmatiche dei personaggi che hanno abitato la sua esistenza ma anche le emozioni e i vissuti inconsci che fanno parte del rimosso e che ora riemergono in superficie. Alessandro Haber dà corpo e voce ai principali avvenimenti e alle figure della vita del protagonista, tra cui ad esempio il rapporto conflittuale col padre, sintomatologico del complesso edipico, che si conclude con l’episodio dello schiaffo, l’introduzione in casa Malfenti e l’amore non corrisposto per Ada, il matrimonio con Augusta, la più brutta delle sorelle Malfenti, gli affari commerciali condotti insieme al cognato Guido Speier ed infine il vizio del fumo e i continui tradimenti della moglie con l’amante Carla.

I contenuti drammaturgici restano fedeli al portato narrativo del romanzo e rappresentano i ricordi di Zeno Cosini spesso in maniera confusa e sovrapponibile, ponendo al centro i temi della malattia e del tempo. Haber sottolinea gli aspetti della nevrosi e dell’inettitudine del suo personaggio, mettendo in campo una serie di meccanismi di difesa per apparire migliore di come è realmente di fronte al pubblico, al Dottor S. e anche a se stesso. Anche i vani tentativi di smettere col vizio del fumo e coi tradimenti a carico della moglie (segnalati dalle lettere U.S e U.T. che appaiono sull’oblò del fondale) sono modalità fittizie con cui il protagonista cerca di combattere la sua principale paura che è quella della morte.

La coscienza di Zeno – Alessandro Haber crediti di Simone Di Luca

Nel corso dello spettacolo, una lunga seduta psicanalitica ripercorsa per sommi capi, anche il tempo è un importante fattore. Non si tratta del tempo fisico, oggettivo e misurabile, ma del tempo soggettivo ed intimo, che ha un ritmo differente, scandito da istanti unici ed irripetibili, esito del risultato della coscienza. Nello spazio scenico si sovrappongono due tempi, il tempo presente in cui vive l’anziano Zeno Cosini ed il tempo della memoria, che attinge contemporaneamente dalla dimensione presente e passata in un fluire di vissuti e di ricordi.

Nel finale aderente a quello del romanzo, Zeno-Haber rivela la principale consapevolezza a cui è giunto grazie all’analisi ed alla stesura del diario clinico. La malattia non è un caso personale, ma un tratto comune a tutta l’umanità, che ha inquinato la propria essenza alle radici e distrutto la natura. L’unico modo per estirpare il male alla sua origine è distruggere il mondo e con esso gli uomini che lo popolano, che potranno così tornare ad uno stato di natura primitivo ed incontaminato.

Visto al Teatro della Pergola di Firenze il 19 novembre 2023.

La coscienza di Zeno di Italo Svevo con Alessandro Haber e con Alberto Onofrietti, Francesco Migliaccio, Valentina Violo, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo. Regia di Paolo Valerio. Adattamento drammaturgico di Monica Codena e Paolo Valerio. Scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta. Luci di Gigi Saccomandi. Musiche Oragravity, video Alessandro Papa, movimenti di scena Monica Codena. Produzione Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production

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