Danza, la gatta sul palco che scotta — 02/11/2022 at 09:43

La magica ombra di Fracci dietro alla Giselle di Susanna Salvi e Natalia Osipova

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RUMOR(S)CENA – ROMA – Più di un omaggio a Carla Fracci sono state le repliche di Giselle all’Opera di Roma. E non solo perché il balletto – proposto a chiusura della stagione 2021/2022 -è un suo riallestimento dalla coreografia originale di Coralli-Perrot, ma perché “Giselle c’est moi”, potrebbe dire la grande étoile scomparsa lo scorso anno. Forse il personaggio che più l’ha contraddistinta fra i molti, magnifici, che ha danzato. Ruolo calzato così intensamente, da sovrapporsi a quello della prima interprete ottocentesca: la bionda Carlotta Grisi dagli occhi azzurri. Se pensi alla contadinella Giselle che amava la danza e un bel giovane sconosciuto, ti appare davanti Fracci, occhi e capelli scuri, quel ricciolo scomposto sul viso quando scopre il tradimento dell’amato, nobile sotto mentite spoglie e già fidanzato con un’aristocratica.

Giselle_Natalia Osipova e Jacopo Tissi (Albrecht) foto Fabrizio Sansoni-Opera di Roma

Carla è stata un’interprete sensibilissima e cangiante, dal primo atto “terreno” in cui danza come una farfalla al secondo “ultraterreno”, dove diventa un’impalpabile creatura, accolta nella schiera delle Villi, spettri di fanciulle incrudelite che si vendicano dei maschi. Non Giselle, però, che ancora ama il suo Albrecht e lo sostiene e lo aiuta fino ad accompagnarlo in salvo verso una nuova alba senza di lei.

Giselle_Jacopo Tissi (Albrecht) foto Fabrizio Sansoni-Opera di Roma

Difficile misurarsi con questi imprinting. Alla prima del 21 ottobre ci prova Susanna Salvi, giovane étoile dell’Opera, che ha sulle spalle anche la dedica che il sovrintendente, Francesco Giambrone, fa a Carla Fracci prima di alzare il sipario, annunciando la targa in suo ricordo che verrà affiancata a quella di Rudolf Nureyev. Salvi ha tecnica solida, ma poche nuances, preoccupata più a dimostrare la correttezza dei suoi passi che la natura del personaggio. Né Michele Satriano, nel ruolo del nobile duca, la sostiene più di tanto. E’ un bel danzatore ma ancora senza un profilo definito.

L’emozione della prima, inoltre, fa accelerare un po’ troppo la bacchetta di Kevin Rhodes e le danze delle contadinelle prima e delle villi poi sembrano quasi “pestate” sul palco. La magia del balletto viene evocata piuttosto dalle scene di Anna Anni, suggestive e sontuose, dove fanno la loro apparizione persino due splendidi (e veri) levrieri.

Giselle_Natalia Osipova e Jacopo Tissi (Albrecht) foto Fabrizio Sansoni-Opera di Roma

La riprova che molto era da rodare si è avuta nella replica di chiusura del 27 ottobre, dove a scendere sotto i riflettori erano due ospiti dai nomi di gala: Natalia Osipova e Jacopo Tissi. Neanche Osipova raggiunge la completezza di Fracci, è una danzatrice talentuosa che tende al dionisiaco e poco all’apollineo. Il suo temperamento si adatta meglio a una Kitri che a una Giselle, eppure riesce a dare una versione tutta sua, elettrizzante. Dà senso agli inserti recuperati in questa versione, come una vaporosa variazione di Giselle (mentre la scena della follia resta troppo lunga, annacquando il pathos).

Giselle_Jacopo Tissi (Albrecht) foto Fabrizio Sansoni-Opera di Roma

A sorpresa, nel secondo atto Osipova si trasforma in una creatura silvestre, quasi uno spirito elementale. Non è crudele come una villi ma nemmeno un fantasma malinconico. Come se non potesse allontanarsi troppo dal suo istinto fiammeggiante. Ci impiglia comunque lo sguardo con la sua danza pungente. Quasi un contraltare alla compostezza aurea delle linee di Jacopo Tissi, danseur noble per dna con quel suo fisico elegante e allungato (non per nulla diventato il primo italiano a essere stato nominato étoile al Bolscioi). Ritrovarlo sulle scene italiane – nonostante il doloroso motivo legato alla guerra della Russia con l’Ucraina, che l’ha convinto a tornare da noi – è una gioia per gli occhi. Ha 27 anni, molto ancora da esprimere, ma è già principe (anche se in Giselle interpreta un duca…).

Visti al Teatro dell’Opera di Roma il 21 e il 27 ottobre 2022

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