Spettacoli — 02/06/2016 at 07:35

“Battlefield”: una rarefatta parabola sulla follia della violenza e della guerra

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SOLOMEO (Perugia) – A distanza di trent’anni dal suo leggendario Mahabharata, Peter Brook ripropone il poema epico indiano con un nuovo allestimento intitolato Battlefield, del quale il grande regista inglese firma l’adattamento e la regia insieme a Marie-Hélène Estienne, basandosi sul Mahabharata e sulla rielaborazione che Jean-Claude Carrière ne fece per l’allestimento del 1985. Il Mahabharata, testo a dir poco sterminato (è composto di più di 100.000 strofe che ne fanno nel suo genere l’opera più ampia di tutta la letteratura mondiale) che è stato sviluppato in un arco di tempo di circa otto secoli, racconta della grande guerra combattuta tra due rami della famiglia reale Bharata (i Pandava e i Kaurava) e delle sue conseguenze: una vera mattanza, una grande carneficina al termine della quale Yudishtra, il più anziano dei fratelli Pandava, è costretto a diventare re contro la sua volontà; ed è proprio da questo punto che inizia Battlefield. Inseriti in una messinscena suggestiva nella sua semplicità, i quattro attori che formano il cosmopolita cast – la belga di origini africane Carole Karemera, l’americano Jared McNeill, il ruandese Ery Nzaramba e il britannico Sean O’Callaghan, ai quali si aggiunge il percussionista giapponese Toshi Tsuchitori, che esegue dal vivo le musiche di scena – danno corpo e voce a diversi personaggi del poema e alle loro vicende: Yudishtra e l’ex re cieco Dritarashtra accomunati dall’angoscia e dal rimorso per quanto accaduto, il grande guerriero Karna, la regina Kunti madre di Yudishtra e di Karna, e altri ancora.

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La parola d’ordine per questo spettacolo, molto più breve della versione del 1985 (poco più di un’ora contro le nove ore del suo illustre antesignano), potrebbe essere “austerità”: austera è la scenografia (costituita da dei bastoncini lunghi e sottili appoggiati alle pareti e da poco altro), così come austera è la recitazione dei protagonisti, una recitazione senza sbavature, essenziale e scarna. Tutto lo spettacolo è permeato di un’atmosfera estremamente sobria, misurata e distaccata, tanto da rendere difficoltoso il coinvolgimento emotivo da parte degli spettatori.
Con Battlefield Peter Brook propone al pubblico una rarefatta parabola sull’assurda follia fratricida che spinge gli uomini a combattere e a uccidere i propri simili, uno spunto di riflessione – non molto appassionante, ma comunque interessante – per interrogarsi sull’atavica incapacità degli esseri umani di riuscire a fare a meno degli strumenti della violenza e della guerra per risolvere i loro conflitti.

Battlefield,

visto al Teatro Cucinelli di Solomeo (Perugia) giovedì 19 maggio 2016

basato sul Mahabharata
e sul testo di Jean-Claude Carrière
adattamento e regia Peter Brook e Marie-Hélène Estienne
con Carole Karemera, Jared McNeill, Ery Nzaramba, Sean O’Callaghan
musiche Toshi Tsuchitori eseguite dall’autore
costumi Oria Puppo
luci Philippe Vialatte
produzione C.I.C.T. / Théâtre des Bouffes du Nord
in coproduzione con The Grotowski Institute; PARCO Co. Ltd. / Tokyo; Les Théâtres de la Ville de Luxembourg;  Young Vic Theatre; Singapore Repertory Theater; Le Théâtre de Liège;  C.I.R.T.; Attiki cultural Society; Cercle des Partenaires des Bouffes du Nord

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