Teatro, Teatrorecensione — 12/06/2014 at 12:50

Punta Corsara: “maturi, vigorosi” amletici

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CASTROVILLARI (Cosenza) – Sosteneva Brecht che il teatro consiste nel produrre rappresentazioni vive di fatti umani, tramandati e inventati al fine di ricreare. Il termine ricreare non si addice soltanto al significato primario – pur avendo già valenza pregnante di contenuto e concetto – in termini spettacolari indica rinvigorire dando una nuova vita, rasserenare. E non occorre altro attestato che il divertimento, a tal fine. E non si tratta di semplice divertimento ad affermare l’efficacia del fare teatro dei Punta Corsara, ormai acclamati a furor di popolo, in pieno divenire di maturazione e vigore artistico. Mai volendo strafare, attenti al lavoro, al pubblico, alla dedizione piuttosto che a facili prove di dimostrazione stilistica o artificiosa.  “Hamlet Travestie” è una ulteriore conferma di dimestichezza con il materiale teatrale e l’utilizzo dei codici scenici con padronanza e duttilità. Nel non facile compito di dipanare una matassa apparentemente imbrigliata e restituire scioltezza a variegati elementi disposti sul palco.

Hamlet Punta Corsara foto di Angela Maggio
Hamlet Punta Corsara
foto di Angelo  Maggio

I fattori di composizione sono in linea con la cifra poetica adottata nei lavori precedenti, il classico preso a canovaccio, l’autenticità di una ricerca territoriale tramutata in scene e l’ingegno artigianale tradotto in una stesura fresca, coinvolgente, universale. Teatro povero nell’accezione nobile del termine, come solo lo scolpire con l’elemento vivido può risaltare. Amleto è un ragazzotto del sottoproletariato napoletano che per malasorte vive un conflitto esistenziale dissociativo. Da buona tradizione partenopea a cercare di rimediare al destino avverso tenta la famiglia allargata, il quartiere. Il suocero, preoccupato di preservare un degno futuro alla figlia, pensa di adottare gli strumenti della finzione scenica per sconfiggere i demoni del ragazzo. Per un finale al colpo di scena e una trasposizione scorrevole che non toglie spazio alla riflessione soggettiva su scena e non detto. Strutturalismo, compostezza interpretativa, buona tenuta di tempi e risposte definiscono la base ritmica dell’allestimento. Lavoro gestuale funzionale al dialettico, regia capace di scoprire la carte coperte in un gioco di similitudini e memoria stilistica (riferimenti, segno di continuità, con opere precedenti), cenni di napoletanità (sceneggiata, neomelodico, topicità mimica) affondano in platea incorniciando un cuore narrativo-contenutistico di elevatissima efficacia.

Hamlet Travestie Punta Corsara foto di Angela Maggio
Hamlet Travestie Punta Corsara
foto di Angelo Maggio

Assoli, monologhi, duetti, triangoli, coralità, tableaux vivent, l’estetica puntellata a braccetto di un’etica mai pedante, moralistica o impegnativa. Un farcire di farsesco una tragedia annunciata.
Trasgredire conoscendo a menadito codici e rigori formali, estetici, di linguaggio, di trasmissibilità. Giocare con la scatola teatrale perché in fondo di gioco si tratta e il gioco deve riuscire a divertire i giocatori. E la partita, non si gioca mai solo da una parte del campo.

Hamlet Travestie  Punta Corsara
Hamlet Travestie Punta Corsara foto di Angelo Maggio 

Hamlet Travestie

di Emanuele Valenti e Gianni Vastrella

regia e spazio scenico Emanuele Valenti
con Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Carmine Paternoster, Valeria Pollice, Emanuele Valenti, Gianni Vastrella
drammaturgia Emanuele Valenti e Gianni Vastrella 

drammaturg Marina Dammaco

crediti fotografici di Angelo Maggio

disegno luci Giuseppe Di Lorenzo
in coproduzione con Fondazione Pier Lombardo – Teatro Franco Parenti
con il sostegno di Armunia-Inequilibrio Festival, Fuori Luogo – La Spezia, Olinda

Visto domenica 1 giugno al teatro Sybaris, Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari (Cosenza)

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