Festival(s) — 30/11/2011 at 09:12

Al Zoom Festival sono di scena i “giovin’Astri”, il progetto Cauteruccio e Compagnia Krypton

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L’edizione 2011 di Zoom Festival giunto alla settima edizione ha un titolo curioso: “giovin’Astri” che si può spiegare attraverso la lettura del progetto della Compagnia Kryptonincentrato sulle nuove generazioni e pone attenzione verso compagnie di ricerca anche di recente formazione”, composto da quindici giovani compagnie di teatro e danza e dodici artisti visivi per un totale di trentotto eventi, con una prima nazionale con la Compagnia Divano Occidentale Orientale.

Un festival di teatro, danza, performance, video, installazioni, a firma del direttore artistico Giancarlo Cauteruccio. Dal 2 all’11 dicembre al Teatro Studio e in luoghi diversi di Scandicci (Firenze). Una ricognizione nazionale nell’ambito dei linguaggi contemporanei che vede Cauteruccio impegnato da sempre per sondare l’universo sperimentale per creare a teatro nuove forme sceniche. L’inaugurazione è affidata alla compagnia del carcere di Sollicciano, composta da diciassette giovani detenuti per la maggior parte nord-africani, diretti da Elisa Taddei, che porta in scena Odissea ovvero storia di Ulisse, immigrato clandestino (2 dicembre ore 21.00), Il 3 dicembre (ore 19.00, 19.30, 20.00 con replica il 4 dicembre ore 19.00, 19.30, 20.00, 22.30, 23.00) il  collettivo fiorentino Fosca presenta alla saletta Cna, lo  spettacolo Rattingan Glumphoboo , ispirato all’Orlando di Virgina Woolf, in cui Laura Dondoli darà corpo all’androgina figura sotto la direzione di Caterina Poggesi.

Alle ore 21.00 alla palestra della scuola Fermi la Compagnia Città di Ebla presenta la versione La metamorfosi, ispirata al racconto kafkiano. La trasformazione in animale di Gregor è l’occasione per assistere al talento di Alessandro Bedosti e le immagini visive e sonore create da Claudio Angelini. Alle 22.00 al Teatro Studio si esibisce il gruppo fiorentino inQuanto teatro, di recente costituzione, con il terzo frammento di tabula rasa| Nil admirari, testi di Andrea Falcone, segnalato al Premio Scenario 2011 con una menzione speciale della giuria: “Per l’arguzia di un gioco scenico che coinvolge il pubblico con intelligenza e ironia e per la creazione di un linguaggio originale che inventa un mondo parallelo popolato di oggetti e governato dall’accumulo e dal non senso.” Il 4 dicembre alle 21.00 al Teatro Studio è la volta di Con-Fusione con Dove abito io, un monologo interpretato da Rafael Porras Montero che il drammaturgo e regista Giacomo Fanfani ambienta in una lavanderia automatica, per parlare dello “straniero” e di “come in fondo siamo tutti stranieri e tutti, ovunque ci troviamo, abbiamo bisogno dei nostri ricordi”.

Il 6 dicembre alle ore 21.15 gli Anagoor, gruppo rivelazione della nuova scena, presenti per la prima volta al festival. Fortuny è un omaggio al poliedrico artista andaluso, ossessionato da Venezia, ma anche un lavoro in cui i giovani performer di Anagoor ricercano lo sguardo dell’uomo sulla città lagunare; un tentativo corsaro di trafugare un tesoro di simboli e immagini in una drammaturgia visiva enigmatica e labirintica. Premio Fersen 2011 alla Drammaturgia, Giuseppe Bonifati, autore e regista conclude sulla scena il suo Pepè el bastardo impaziente e innamorato il 7 dicembre al Teatro Studio alle 21.00. La giuria, presieduta da Andrea Bisicchia e composta da F. Caleffi, A. Ceravolo, C. D’Elia, O. De Biase e M. La Monica ha conferito il premio alla sua Compagnia Divano Occidentale Orientale per il testo con la seguente motivazione: “In questo riuscito monologo, l’autore mette in scena la triste storia dell’amore non corrisposto del protagonista, Pepè Senza Nome, con la sua Catalina, che lo rifiuta preferendogli un ‘grasso’ rivale (Franco il Gordo) e finendo poi per esserne ucciso. Sostenuto da un sottotesto che si identifica nel sentimento dell’esilio, tipico dell’emigrante, il lavoro si sviluppa con buon ritmo narrativo e mescola abilmente il linguaggio ‘bastardo’ del protagonista a brani musicali scelti ad hoc. E dunque un’opera dal retrogusto dolce-amaro, molto gradevole e di sicuro impatto sul pubblico.”

L’ironia delle danzatrice Silvia Gribaudi alle ore 22.00 e 22.30 al Teatro Studio con A corpo libero e Wait. A corpo libero è un lavoro che ironizza sulla condizione femminile a partire dalla gioiosa fluidità del corpo. Wait è invece un lavoro sull’ascolto del tempo e sulla diversità a confronto, scontro, relazione e unità, un esperimento tra la performance e lo spettacolo il cui centro è la comunicazione tra la diversità di stili.

La giornata dell’8 dicembre è ricca di presenze fiorentine con Gogmagog/Egumteatro che al Teatro Studio alle ore 20.30 presenta Quanto mi piace uccidere… (storia di un politico toscano), protagonista un promettente politico trentenne, appena eletto dai suoi concittadini. Gli fa seguito alle ore 21.15 e 22.15 la performance di Alessandra Maoggi Succo – Ti ho scritto una lettera d’amore, la vuoi leggere? -per 40 spettatori a replica- un’installazione animata, uno spazio, un corpo in trasformazione.

Alla Wash&Dry di Scandicci in Via Ugo Foscolo, Mauro Stagi costruisce Noise, un’inedita performance di trenta minuti, una lotta continua tra il soggetto (un essere vivente) e il sottofondo (una partitura di applausi registrati). Una critica palese al massiccio bombardamento dei media e dei commenti da talk show che ci invadono quotidianamente e ci confondono distogliendoci spesso da noi stessi.

Il 9 dicembre sul palcoscenico di Via Donizetti vanno in scena due spettacoli del Premio Scenario 2011. Alle ore 21.00, Spic & Span della compagnia di danza foscarini:nardin:dagostin, , una coreografia per tre corpi in cui il gesto diventa astratto, preciso ed evocativo, che ha ottenuto una segnalazione speciale: “La rincorsa all’adesione a un astratto modello di bellezza, che azzera ogni differenza e riduce tutti i corpi a macchinette impazzite, porta a una riflessione sulla persistenza e sulla vuotezza dell’immagine.

“Spic & Span crea la sua struttura drammaturgica su un vocabolario gestuale dotato di ritmo, precisione e forza iconografica, aprendo una dialettica tra costruzione e distruzione dell’immagine. Le scene, organizzate in sequenze paratattiche, si stagliano su un fondo bianco come fossero un fumetto pop e si nutrono di un immaginario non solo contemporaneo nella creazione di figure e pose, scelte musicali e sapienza compositiva.” Alle 22.00 lo spettacolo vincitore del premio Scenario, Infactory, scritto e diretto da Matteo Latino. Col suo Teatro Stalla il giovane foggiano inscena una favola che mediante la ripetizione di parole e azioni, restituisce quella sensazione di staticità, che spesso caratterizza i giovani, facendoli sentire “vitelli nelle metropoli”.

“La condizione dei trentenni esplorata, allusa, svelata con crudeltà e poesia attraverso la metafora di due vitelli a stabulazione fissa prossimi al macello. Un dialogo che non avviene, che è esposizione frontale, danza riflessa su schermi virtuali, esercizio solitario di una poesia raffinata, di cui i due attori si fanno tramite per scoprire risorse lessicali, metriche, timbriche di una lingua che trova un’inedita cittadinanza sulla scena giovanil”.

Alberto Salvi firma la regia di Caligola – quattro passi dalla luna, produzione dei bresciani Araucaìma Teater, ospiti per la prima volta in Toscana (10 dicembre, ore 21.00 al Teatro Studio).

Il festival termina l’11 dicembre alle ore 21.00 al Teatro Studio con i Codice Ivan e la nuova creazione collettiva GMGS_What the hell is happiness?. Questo progetto – dichiarano gli artisti- “nasce dal bisogno di confrontarsi con un concetto, un motore del fare quotidiano e con la sua spesso ossessiva ricerca: la felicità. Ognuno è portato a lottare per raggiungerla senza però capire né dove né come andare.”

Le arti visive a cura di Pietro Gaglianò nella sezione denominata Controcorrente. Il 2 dicembre alle ore 19.30 con l’installazione site specific per gli spazi esterni e interni del Teatro Studio dell’artista faentino nero.

fanny/christmas è una trasfigurazione tra pop e post-human di una delle icone più amate e abusate dell’immaginario capitalista occidentale: il bonario e attesissimo Babbo Natale.

La performance di Cristian Chironi, Cutter (il 10 dicembre alle 22.45 all’Auditorium della biblioteca comunale), ultima fatica dell’artista sardo, è ambientata in un immaginario laboratorio di un collezionista di paesaggi e creature a rischio di estinzione.

Le due performance site specific di Filippo Berta: Viceversa e Isole. La prima al Liceo Artistico Statale L.B. Alberti l’11 dicembre alle 20.00, chiama in causa la percezione che l’uomo contemporaneo ha di sé e dei modelli che gli vengono imposti. Protagonisti dieci comuni cittadini, armati di gessetti e lavagne di ardesia. In Isole (11 dicembre ore 22.30 al Teatro Studio), entra in gioco lo spazio prossemico dell’individuo: quell’area di rispetto oltre la quale ogni presenza estranea è percepita come un’invasione.

Per la rassegna video Cities, saranno proiettate sullo schermo opere di nove autori: Studio ++, Francesco Ozzola, Ultranature( Bisagno/Baltzer), Olga Pavlenko, Eva Sauer, Gaetano Cunsolo, Francesco Di Tillo, Francesca Banchelli, Eddie Spanier, piccoli saggi di visione sulla città metropolitana.

 

Zoom Festival

Scandicci

dal 2 all’11 dicembre Teatro Studio e vari luoghi della città

www.teatrostudiokrypton.it

info e prenotazioni 055 7591591

 

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