Recensioni — 26/03/2019 at 21:19

Il verismo nella violenza: “Nedda e Salvatore” fa riflettere sulla nostra realtà quotidiana

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RUMOR(S)CENA – NEDDA E SALVATORE – OPERA TRIP – CANNARA (Perugia) – Potrebbe essere vernice oppure sangue. Gocce di liquido rosso cadono su una maschera bianca senza volto, come diventano tutte le donne uccise da uomini violenti e privi d’amore. Prima che il sipario si apra, nella sala risuonano le registrazioni originali delle due opere «cucite insieme» perché lo spettatore sia fin da subito messo nella condizione di essere un protagonista emotivo.
«L’idea è quella di far vedere attraverso queste due storie qualcosa che ci riguarda tutti» ci introduce Monica Colonna, soprano e insegnante di canto al Conservatorio di Perugia, ideatrice del progetto Opera Trip, dell’associazione culturale Sine Tractu con base a Foligno, da cui nasce “Nedda e Salvatore”, lo spettacolo andato in scena al Teatro Thesorieri di Cannara.
Nel 1892 Ruggero Leoncavallo si ispirò a un fatto di cronaca per la sua opera Pagliacci, mentre due anni prima Pietro Mascagni aveva presentato in concorso la Cavalleria Rusticana su impronta del Verga verista e autentico che rinnovava, di fatto, l’opera seria con l’esigenza concreta di presentare allo spettatore una coscienza civile il più possibile vicina alla dimensione storica. Al culmine della realistica interpretazione, laddove sia Nedda (Monica Colonna, in duplice veste Santuzza) sia Salvatore (Caudio Rocchi, visto anche nei panni di Canio) verranno uccisi, la violenza (nelle mani di Mauro Corna nei ruoli di Alfio e Tonio) prende il sopravvento sulla passione del dramma e ci conduce a vivere le loro esperienze come fossero le nostre.

 

«Con una recitazione molto teatrale e poco operistica, ci auguriamo che lo spettatore possa vivere un momento di verità e di concretezza», verismo puro trasposto in un presente che ancora viviamo e in cui il pregiudizio e la brama di possesso che alcuni uomini hanno nei confronti delle donne è oggi più volte espresso nel femminicidio. «Queste due opere hanno una grossa valenza popolare e sono conosciute da molti, proprio per questo potevano essere un tramite più efficace per dire qualcosa anche di importante a livello sociale e culturale. Siccome in questo periodo si parla moltissimo di violenza di genere abbiamo pensato di utilizzare i libretti di queste due opere per raccontare due storie di due ragazzi che vivono nello stesso giorno e nello stesso luogo un’esperienza tragica» –  riprende Monica Colonna – che fa emergere nel progetto il desiderio di far avvicinare pubblici molteplici all’opera lirica attraverso diversi linguaggi espressivi, come l’aver affidato l’arrangiamento di alcuni brani tratti dalle due opere, Pagliacci e Cavalleria, al gruppo rock dei Galateo Animale, oppure l’aver provvisto la scenografia di immagini video (a cura di Gemma Morabito) che spiegassero cosa sarebbe accaduto sul palco mentre un pianoforte nascosto dal drappeggio di sala scandiva il tempo sotto le mani di Guido D’Angelo che, al posto dell’orchestra, ne sottolineava la forza drammatica.

 

In questo modo l’Opera appare meno strutturata e più vicina a chiunque appassionato o neofita voglia farsi travolgere dalle infinite possibilità che la musica offre e nel contempo li coinvolga mostrando loro personaggi reali. A narrare la storia è la madre che, interpretata in veste attoriale dal soprano Francesca Mazzocchi, conduce il pubblico attraverso una sorta di follia onirica nella quale è precipitata in seguito al lutto essendo un «personaggio molto importante in entrambe le opere: in Pagliacci viene nominata più volte, anche sotto forma di bestemmia, mentre in Cavalleria è proprio un personaggio che ha un registro vocale, Lucia, la mamma di Salvatore. »

L’Opera Trip allora, un viaggio fatto a piedi con scarpe romantiche, è pensato per una cultura che sia capace di far sballare chi la assume, la cui idea è nata per caso a Perugia durante una retata della polizia antidroga nella stazione di Fontivegge. Forte di una prima prova avvenuta l’anno scorso a Brescia in cui l’associazione mise in scena uno spettacolo su Madama Butterfly, Opera Trip ha avuto modo di sperimentare con successo la contaminazione positiva data dalla conoscenza dell’opera lirica con una dipendenza che, a differenza della droga, non è nociva ma che anzi induce lo spettatore a porsi domande e a riflettere su temi di normale quotidianità.

“Nedda e Salvatore”, Associazione Sine Tractu, Progetto Opera Trip, visto al Teatro E. Thesorieri di Cannara (Perugia) , il 23 marzo 2019

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