Recensioni — 24/04/2023 at 10:59

“L’ombra di Totò”, di Emilia Costantini: intervista immaginaria alla sua controfigura Dino Valdi

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RUMOR(S)CENA – CATANIA – Una messa in scena davvero interessante, emozionante ed ironica: “L’ombra di Totò” di Emilia Costantini,  con l’adattamento e la regia di Stefano Reali, proposto alla Sala Verga di Catania, , nell’ambito della stagione di prosa 2022/2023 dello “Stabile” etneo e prodotto da Nicola Canonico per la GoodMood. L’atto unico, oltre a cercare di far luce, con musica, canzoni e preziosi ricordi, su aspetti poco chiari o noti della vita del principe della risata, consente allo spettatore di conoscere quello che è stato l’ombra, la controfigura, umile e devota, di Totò, ovvero Dino Valdi (al secolo Osvaldo Natale) con la sua riconoscenza, i suoi sacrifici, le sue paure, le sue ambizioni soffocate dalla grande personalità del Principe Antonio De Curtis. La scena di Carlo De Marino diventa il luogo della memoria e raffigura il malinconico ed accogliente interno di un appartamento di Napoli, con sullo sfondo un palco e poi, in primo piano, una porta d’ingresso, un divanetto, un tavolo con due sedie, quadri di attori appesi alle pareti ed un pianoforte.

Yari Gugliucci

Lo spettacolo inizia con la notizia in tv della morte di Totò e poi seguono le immagini del funerale dell’attore-principe: siamo a Napoli, il 17 aprile 1967, in piazza Mercato, davanti alla Basilica di Santa Maria del Carmine. Tra la gente si sente gridare: “O mio dio! Ma quello è … sì quello è proprio lui … Guardate là! Totò è vivo! Totò non è morto! È resuscitato!”. Dino Valdi, la sua umile controfigura, viene indicato per la sua straordinaria somiglianza con Totò e allora scappa via a casa, ma viene seguito da una donna, Rosa Spatafora, una giornalista del quotidiano “Il Messaggero” che vuole intervistarlo. Valdi è sorpreso che ci sia qualcuno che vuole conoscere e fare delle domande a lui che è sempre stato abituato a vivere nell’ombra.

La pièce, con il pretesto dell’avvincente intervista, reale o immaginaria, all’uomo che ha servito umilmente ed è stato più vicino di tutti all’attore partenopeo, è un modo per conoscere i lati più sconosciuti di Totò, attraverso le insinuanti e precise domande della giornalista che, contemporaneamente, vuole indagare sul rapporto tra Valdi ed il principe De Curtis. Valdi conferma che il rapporto con Totò non è mai stato facile, infatti a quest’ultimo sono andati sempre gli onori, i successi ed a lui i sacrifici, le rinunce alla sua carriera di attore, sebbene in molti film sia arrivato a sostituire addirittura Totò, soprattutto nell’ultima parte della sua vita quando era ormai cieco e malato.

L’intervista a Valdi gli offre l’opportunità per farsi finalmente conoscere come artista completo, capace di suonare, cantare e recitare. Emergono così le sue caratteristiche di controfigura devota, di uomo generoso nei confronti di Totò, ma meno per il Principe De Curtis. Sulla scena, tra immaginazione e realtà, la giornalista e Dino si confrontano, ascoltano anche le parole, le impressioni, i numeri delle donne che hanno amato Totò.

Attraverso i ricordi di Dino Valdi lo spettatore ascolta le parole di un essere umano, con le sue invidie, la sua rabbia e la sua emozione per avere lavorato alle spalle di un attore così celebrato come Totò, capace di donare sorrisi a Napoli e con una vita privata come Antonio De Curtis, uomo a tratti austero, geloso e che ha fatto soffrire anche chi gli è stato accanto nella sua complicata esistenza.

Yari Gugliucci

Nei panni di Dino Valdi, con la sua essenziale mimica e la sua simpatia, si segnala l’ottimo Yari Gugliucci, spalleggiato da Annalisa Favetti (la curiosa giornalista Rosa Spatafora e l’intrigante portiera) e Vera Dragone (nei panni dell’elegante ed innamorata soubrette internazionale Liliana Castagnola). Agile l’adattamento e la regia di Stefano Reali, i costumi sono di Laura de Navasques, le coreografie di Lorena Noce.

Una scommessa emozionante, rischiosa, ma ben riuscita, che regala al pubblico una proposta gradevole e malinconica e che alla fine raccoglie i convinti applausi dei presenti.

Visto il 21 aprile 2023 alla Sala Verga di Catania

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