Recensioni — 23/11/2023 at 09:01

La metafora dell’esistenza umana in “Il Re muore”, regia di Maurizio Scaparro

di
Share

RUMOR(S)CENA – CATANIA – La parola, il sottile travaglio dell’animo umano, l’aspetto grottesco del teatro dell’assurdo di Eugène Ionesco oltrepassano gli anni  e soprattutto, ai nostri giorni,  rispecchiano in modo drammatico quello spaesamento, quell’affanno di un’umanità alle prese con una spasmodica e tragicomica ricerca del senso della vita anche con l’eterna lotta contro la caducità dell’esistenza. Tutti questi aspetti li ritroviamo nella commedia tragicomica “Il Re muore” di Ionesco, pièce andata in scena per la prima volta a Parigi nel 1962 e oggi ritenuta una pietra miliare del Teatro del Novecento. Abbiamo riassaporato la sua opera al Teatro Vitaliano Brancati di Catania, nell’ambito della stagione di prosa 2023/2024, con l’ultima e sapiente regia del compianto Maurizio Scaparro, scomparso il 17 febbraio 2023. Una produzione dell’Associazione culturale Laros.

Edoardo Siravo in Il re muore

La pièce si sviluppa in un solo atto di circa 90 minuti ed  è impreziosita, oltre che da un rigoroso cast, dalla colonna sonora curata dal premio Oscar Nicola Piovani e poi si avvale dei costumi barocchi di Santuzza Calì e della scena – con un sontuoso trono al centro e due più piccoli ai lati – affidata ad Antonia Petrocelli.  “Il Re muore” presenta allo spettatore il regno di Bérenger, ormai alla deriva e quello che dovrebbe essere un re alla guida di un popolo è solo un uomo egocentrico ed in decadimento (nei panni del sovrano l’ottimo Edoardo Siravo). Al centro della vicenda troviamo le due regine, l’implacabile Regina Marguerite (resa con padronanza da Isabel Russinova) e l’amorevole Marie (una convincente Gabriella Casali), che dopo aver saputo dal medico (Alessio Caruso) che il re morirà, discutono su come informarlo.

Gabriella Casali, Claudia Portale ed Eddoardo Siravo in Il re muore

Bérenger apprende così la notizia, ma, nonostante il suo corpo manifesti forti segni di cedimento, non vuole accettare che la sua ora è vicina. Alla fine, però, tra il pignolo medico, la serva Juliette (la spigliata Claudia Portale) e la bizzarra guardia di corte (rappresentata con ironia da Michele Ferlito), si rende conto di non aver più nessun potere, che il suo regno è allo sbando e quindi acconsente che venga celebrato il rito di preparazione alla sua morte. L’atto unico di Ionesco risulta ancora oggi uno spettacolo attualissimo, godibile e divertente, dai mille significati, caratterizzato da un tono grottesco che suscita spesso anche la risata del pubblico che, però, può riflettere sulla drammaticità della condizione umana, sulla vita e sul nostro modo di stare al mondo. La regia di Maurizio Scaparro da vita ad un lavoro di grande vivacità, di metafora dell’esistenza umana e della fragilità del potere, con ritmi incalzanti e dialoghi sferzanti.  Ed alla fine il pubblico applaude convinto ritrovando nel testo di Ionesco quella società odierna in progressivo disfacimento, che non vuole vedere ed accettare i chiari e intensi segnali della natura e quindi non agisce per tempo.

Visto il 19 novembre 2023 al Teatro Vitaliano Brancati di Catania

Share

Comments are closed.