Recensioni — 23/05/2018 at 22:49

La classe operaia va in paradiso e a… teatro: L’italia di ieri e di oggi

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MILANO – La classe operaia va in paradiso è il nuovo spettacolo di Claudio Longhi e Paolo Di Paolo ispirato all’omonimo film del 1971 di Elio Petri e Ugo Pirro.  Lo spettacolo, in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano, non è la trasposizione del film ma un focus sulla produzione e post-produzione dello stesso. Paolo Di Paolo mantiene parte della sceneggiatura cinematografica dando voce a tutti i protagonisti del film compresi il regista Elio Petri e lo sceneggiatore Ugo Pirro (Nicola Bortolotti e Michele dell’Utri). La realtà socio-politica di ieri sembra inevitabilmente posta a confronto con quella di oggi. Il lavoro in fabbrica remunerato a cottimo è lo stesso degli operai di Amazon, dei call center, degli addetti alle vendite e di molti altri lavori il cui guadagno è proporzionale al fatturato. Le lotte politiche sul precariato e sulle condizioni contrattuali dei lavoratori sembrano le stesse dei sindacati di adesso. Nell’anno di uscita del film la rappresentazione di operai, gruppi studenteschi, partiti politici e sindacati è stata criticata per mancanza di realismo. Il realismo del regista Claudio Longhi invece si fa beffa del presente e dell’ignoranza che spesso dilania il nostro belpaese: è un invito a ragionare insieme ai performers. A differenza del film, gli attori di questo spettacolo hanno la possibilità di presentarsi e commentarsi seguendo la linea brechtiana per mostrare al pubblico un personaggio sociale molto vicino al presente. Gli attori entrano ed escono dalle vicende caricando la propria parte con modi macchiettistici ed intonazioni dialettali meridionali e settentrionali.

Per restituire il ritmo martellante del lavoro in fabbrica, il regista proietta a intervalli regolari i titoli di coda del film: un elemento che fa parte del lavoro di produzione prima ancora che del prodotto finito. La scena della pellicola è quella di un anziano operaio che lavora alla pressa a ritmi ripetuti e con un leitmotiv leggero e divertente.

La classe operaia va in paradiso foto Giuseppe Distefano

Oltre lo schermo, un nastro trasportatore in ferro percorre il palcoscenico da un capo all’altro mentre un rialzo in metallo pone sopra un livello più alto gli attori che vi agiscono. La storia di uno degli operai della fabbrica B.A.N., Lulù Massa (Lino Guanciale) si svolge all’interno di questa fabbrica. Lulù è schiavo consenziente del sistema fino a quando, dopo aver perso il dito di una mano, perderà anche moglie e lavoro. Ad intervenire sulla sua coscienza vi è la figura di un operaio sulla sedia a rotelle (Franca Penone) finito in manicomio a causa dei ritmi frenetici dell’industria. Nei dialoghi tra Lulù e il pazzo la lastra di vetro è recintata. Il pattern ricorda la gabbia delle fabbriche o di una prigione forse anche mentale. Gli altri attori (Donatela Allegro, Diana Manea, Simone Francia, Eugenio Papalia), attraverso gli intermezzi musicali di Simone Tangolo sulle note di Fausto Amodei e del violinista Filippo Zattini, accompagnano il pubblico mediante il ragionamento indotto ad una conclusione sempre più amara, mascherata di parallelismi e confronti con la realtà.

La classe operaia va in paradiso foto Giuseppe Distefano

 

 

Nessuno sentirà un mio grido né un lamento… Gli unici ai quali crescerà l’odio e la rabbia, saranno quelli che stanno giù a sudare e a crepare nella sala-macchine della vostra grande nave. L’avete inventata per il vostro profitto! Pressa: flutta… il maglio: blamm blamm… il trapano: frufrufrufru… le caldaie: ploch ploch ploch… il gas! La catena: vai ritmo, via coi tempi, ritmo plaf plochh sblam beng tremp pungh…

Basta, basta! Fermate le macchine! Silenzio…”

Dario Fo e Franca Rame, Io, Ulrike, grido…, in “Tutta casa, letto e chiesa”, 1977

 

 

Visto al Piccolo Teatro Grassi di Milano il 15 maggio 2018

La classe operaia va in paradiso

liberamente tratto dal film di Elio Petri (sceneggiatura Elio Petri e Ugo Pirro)

di Paolo Di Paolo

regia Claudio Longhi

scene Guia Buzzi, costumi Gianluca Sbicca

luci Vincenzo Bonaffini, video Riccardo Frati

musiche e arrangiamenti Filippo Zattini

con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo, Filippo Zattini

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

 

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