Festival(s) — 19/06/2014 at 07:37

Il “Teatro Azione” ruota attorno alla Fame

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SAN CASCIANO – Siamo sette miliardi di persone sulla Terra, nel 2050 saremo diventati dieci. E tutti avranno bisogno, e voglia, di fare colazione, pranzo e cena. Il tema caldo è lo spreco di risorse che si lega all’ambiente da una parte, al capitalismo dall’altra. Il Festival “Teatro Azione” di San Casciano (dal 23 al 29 giugno nell’Arena dentro le mura) diretto dal belga Patrick Duquesne, da undici anni propone al centro della propria riflessione teatrale argomenti forti, civili, per niente scontati. Se quest’anno tutto ruota attorno a “Fame”, il 2014 è l’anno europeo contro lo spreco, nel 2015 l’Expo è dedicato al cibo, nelle scorse edizioni furono affrontati i “Migranti”, il “Lavoro”, la “Scienza”, la “Fede”, il “Potere”, la “Verità”, il “Muro”, il “Denaro”.

Fame
La locandina ricorda il “Mi fa fame” di Giancarlo Cauteruccio o l’igienista dentale Minetti o ancora la stagista Monica Lewinsky. La bocca della verità. Fame che è anche voglia di, ambizione, ricerca. Diciassette piece, tra spettacoli e corti, con punte internazionali. Sarà un macello, sarà un carnaio. Forse ne usciremo tutti vegetariani o vegani. Il vicino Dario Cecchini (“Viva la ciccia”!) non è in lista. Dietro tutto questo c’è Dimitri Frosali, attore storico dell’Arca Azzurra di Ugo Chiti, con la sua compagnia-scuola Amaltea.
Fame (28 giugno) è lo spettacolo che prende il nome dal festival o quello che lo dà: due artisti sono incastrati in uno spazio claustrofobico, beckettiani, hanno fame ed una sola via d’uscita, presentare un corto teatrale ad un nuovo reality. Da una parte la fame che li divora, dall’altra il teatro nel teatro. Sono, siamo, in una gabbia e non sappiamo come fare ad uscirne. Fame che è anche desiderio di cultura, di vita. Importanti anche gli incontri, all’ora dell’aperitivo, con associazioni che toccheranno le diverse declinazioni del tema portante, da “Libera”, contro le mafie, a “Genuino clandestino” che insiste sul km 0, “Mani tese” che spinge per il riuso e non per la rottamazione.

Fame 2
Pigs” è l’altra produzione (il 24) sull’allevamento intensivo dei suini. Frosali si è ispirato a “Se niente importa” di Safran Foer così come a “Mi fido di te” di Massimo Carlotto sul cibo contraffatto, a “Primo amore” pellicola di Matteo Garrone sull’anoressia e ad un racconto di Wu Ming contenuto in “Anatra all’arancia meccanica”. Pigs che ricorda i Pink Floyd. Maiali visti come gli umani, ingabbiati fin quando sono produttivi e poi portati al macero. Suini e uomini condividono non a caso il 99% del dna. La serata del 27 propone corti internazionali, sempre sviluppati sul tema Fame, dal Belgio, dalla Spagna, naturalmente dall’Italia. Anteprima nazionale il nuovo innesto tra i Gogmagog, in scena, e Virginio Liberti, alla drammaturgia, con questo “Scherzo ma non troppo” (il 28).

Dimitri Frosali e Massimo Salvianti
Dimitri Frosali e Massimo Salvianti

Il Festival Teatro Azione si inserisce nei prossimi anni di grandi lavori che l’Arca Azzurra metterà in piedi prima con un “Malato immaginario”, per l’adattamento di Ugo Chiti, con lo stesso Frosali nei panni del protagonista, a fine anno, poi mettendo in scena “La paura” di Federico De Roberto con Massimo Salvianti che si immergerà nella Prima Guerra Mondiale. Grandi novità per il 2015 con l’incontro con il Teatro di Buti per portare l’“Inferno” di Dante, a settecentocinquanta anni dalla nascita (e nel 2017 il “Purgatorio” e nel 2019 il “Paradiso” e nel 2021 tutto il progetto in versione unitaria, quando saranno passati settecento anni dalla morte del Sommo Poeta) miscelando le terzine della Commedia con l’ottava rima dei maggianti.

Ugo Chiti
Ugo Chiti

Ancora nel 2015 con Stefano Massini (dopo aver lavorato insieme al “Principe” da Machiavelli) sul caso Rikov, si chiamerà “Crac”, dove l’autore premio Ubu proseguirà la sua ricerca-studio nei meandri dell’alta finanza creativa dopo la trilogia sulla Lehman Brother (che Luca Ronconi porterà in scena). Un caso di cronaca portato alla luce da un giovane giornalista, Anton Cechov, un simil caso Parmalat, il cui ruolo principale sarà affidato ad un grosso calibro, presumibilmente da scegliere tra Alessio Boni, Gianmarco Tognazzi o Luigi Lo Cascio. Altre due grosse produzioni per il 2016: un monologo di Massini per Frosali a trenta anni da Chernobyl, ed un testo di Francesco Niccolini a cinquanta anni dall’alluvione di Firenze, mentre per l’anno successivo “Una madre” dai Dubliners di Joyce con Giuliana Lojodice (furono insieme ne “Le conversazioni di Anna K”). Chiti, Massini, Niccolini: l’Arca Azzurra ha da sempre ben presente da dove si debba cominciare per fare teatro.

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