Festival(s) — 17/09/2011 at 08:20

Il contemporaneo di fast: Nil admirari, Forever, InFactory, Grimmless

di
Share

Sabato 17 settembre Fast il Festival internazionale della Contemporaneità di Terni,  prosegue sul piazzale del Museo Caos, dove è stato posizionato un binario. (!)…Track (del regista, compositore e artista inglese Graeme Miller), un’installazione interattiva mobile a contatto con l’ambiente esterno, che attraversa il paesaggio e lo mette in moto. Con la faccia all’insù, come fosse una telecamera, il pubblico è guidato lentamente da un macchinista di ripresa personale che lo fa scorrere per 10 minuti su un binario lungo 100 metri, mentre lo invita a fissare il cielo. Un’occasione unica per una riflessione sulla noncuranza con cui trattiamo la terra e promuovere un’inversione di marcia (dalle 17.00 alle 20.00).

 

Lo spettacolo Nil admirari vuol dire: non stupirsi di niente. InquantoTeatro racconta di come ogni cosa non finisca ma è l’inizio di un romanzo senza fine alle 17.00 allo Studio Con: Floor Robert, Giacomo Bogani, Andrea Falcone, Matteo Balbo.Drammaturgia: Andrea Falcone. Menzione della giuria Premio Scenario 2011

Capita di scoprire che niente è come prima. Il mondo è diventato un immenso mare e noi ci stiamo sopra, galleggiando come fanno le nuvole in cielo. Di immersioni non se ne parla: lo specchio d’acqua è impenetrabile. Il lampo di un riflesso, ed è come cadere dalle nuvole, rialzarsi, continuando a sognare: passiamo da un passato ad un altro senza saper scegliere, campiamo sui morti ma non sappiamo chi ringraziare. Nil admirari vuol dire: non stupirsi di niente. Non meravigliarsi. Tutto è già stato. Ogni cosa non finisce ma è l’inizio di un romanzo senza fine.

 


Alle 18.00 al Museo Caos e sulle frequenze di Radio Galileo, il pubblico potrà assistere a Forever, di Fosca. Due performer, attraverso i loro corpi, la voce e le strumentazioni, eseguono un live che traccia la partitura sonora di un radiodramma inedito, fruibile sia dal pubblico in sala, sia in diretta radio da chi vorrà ascoltarlo altrove. Ideazione, regia e performance: Maria Caterina Frani e Caterina Poggesi. Drammaturgia originale di  Martino Ferro.

Una sorta di campo magnetico straordinario, che non ha effetti sulla salute degli esseri viventi, blocca tutti gli apparecchi funzionanti ad energia elettrica: telefoni, televisioni, radio, computer, auto, aerei, ospedali, illuminazione, frigoriferi. Così d’improvviso certe voci – che in un altro tempo sempre hanno parlato e che sempre sono state ascoltate – ricominciano ad essere udibili: una desolazione desolante, un’impossibilità dell’altro, un esser idioti per dimenticare. Nel deserto immaginifico di un’ipotetica fine del mondo così come lo viviamo quotidianamente, emerge il suono antico legato a due donne che insieme si trovano e abitano un buio.

 

 

Alle 19.00  al Museo Caos il ricevimento di apertura di fast, al quale saranno ospitati direttori artistici di alcuni dei più importanti teatri e festival internazionali, gli artisti del festival, i rappresentanti di alcuni istituti di cultura internazionali, istituzioni locali e imprese del settore creativo della Regione. Il ricevimento sarà preceduto dalla visita alla cittadella di cubi (allestita nel Piazzale del Caos), che ospita da sabato 17  fino al 25 settembre,  i sei progetti della Quadriennale di Praga – Progetto Intersection), guidati dalla direzione artistica. Sei “scatole” animate da altrettanti performer creano un labirinto di senso al festival.

 

Il vincitore del Premio Scenario 2011 Matteo Latino è in scena con InFactory (Studio 1 alle 22.00) racconta “una favola fatta a pezzi e restituita nel caos sub-urbano. Una favola che attraverso la ripetizione delle parole e delle azioni è in grado di restituire quella sensazione di staticità che caratterizza spesso i giovani, come vitelli nelle metropoli. Incapaci di una qualsiasi ribellione. Due vitelli a stabulazione fissa prossimi al macello.

 

Due vitelli che si incontrano in uno spazio che diventa l’unico spazio. Illuminati dalla stessa luce. L’illusione di una prossima libertà evita qualsiasi forma di ribellione. Attraverso la vita dei due vitelli si assiste ad un deragliamento d’identità che ci obbliga a riesumare la nostra natura animale. Un vitello che è nella condizione di stabulazione fissa che uomo potrà mai “divenire”? Una favola fatta a pezzi e restituita nel caos sub-urbano. Pezzi di noi inscatolati e ridistribuiti su nastri trasportatori pronti ad un nuovo assemblaggio.

 

 

 

Al Teatro Secci alle 22.30, i ricci/forte con  Grimmless. Fiaba come transizione infantile verso l’età adulta. Fiaba come polmone d’acciaio per sopportare, da cresciuti, una quotidianità più affilata delle unghie di qualunque matrigna. Fiabe per nonni e nipoti, ognuno con il proprio bagaglio di desideri, aspettative e frustrazioni pronte a spiccare il volo verso una materializzazione dei bisogni. Che non sempre avviene. Perché le nostre giornate non sono scritte dai fratelli Grimm. Non hanno lieto fine. Non ci sono artifici abusati e fazioni manichee: buoni da una parte, cattivi dall’altra. Ci siamo noi. Fratturati. Ribaltati. Senza Sconti. Grimmless. Senza Grimm.

 

© Copyright Daniele + Virginia Antonelli

 

Share

Comments are closed.