Biennale di Venezia, Danza — 13/01/2022 at 18:42

I Leoni d’0ro e Argento della Biennale Danza: Saburo Teshigawara, Rocio Molina

di
Share

RUMOR(S)CENA – VENEZIA – Con il Leone d’oro alla carriera dato quest’anno a un artista raffinatamente calligrafico quanto originale come Saburo Teshigawara, e il Leone d’argento dedicato a una tempesta di ormoni flamenchi come Rocio Molina, Wayne McGregor conferma la correzione di tiro dei prestigiosi riconoscimenti della Biennale Danza.

Non era un compitino facilissimo, dopo lo scompaginamento un po’ eccentrico fatto dalla precedente direttrice artistica, la canadese Marie Chouinard. Ma pur nuotando in mezzo alla pandemia, il coreografo inglese aveva dimostrato già dallo scorso anno, a inizio mandato triennale, di saper tenere salde le redini e senza strappi. Il felino dorato, per dire, consegnato a Germaine Acogny nel 2021 si poteva leggere quasi come un atto politicamente corretto, omaggio al lavoro di un’artista africana che ha saputo intrecciare eredità bejartiane con le radici della sua terra.

Teshigawara1-© Akihito Abe

Con Teshigawara, McGregor fa una scelta più personale ma in grande sintonia con la Biennale, dove l’artista giapponese è stato protagonista di spettacoli folgoranti come Bones in pages. E non è nemmeno un nome venuto out of the blue: Saburo Teshigawara è molto amato e conosciuto in Italia, dove a più riprese è stato invitato, fuori dagli schemi molto ribaditi del Butoh, il genere di danza giapponese che dalla fine della seconda guerra mondiale in poi ha dato il suo imprinting a molti dei suoi artisti. Teshigawara invece fa storia a sé. Pur mantenendo quel sapore tutto nipponico del nitore del disegno dello spettacolo (di cui è praticamente autore di tutto, dalla danza ai costumi e alle scene). Estremo come un samurai, e similmente poetico negli haiku di danza che costruisce per la sua compagnia Karas. A incantare McGregor è “la sua capacità di costruire interi ecosistemi artistici insieme al suo inesauribile coraggio a disimparare”. Sarà potente (ri)vederlo in scena, quando platealmente inaugurerà il 16. Festival Internazionale di Danza Contemporanea al Malibran di Venezia il 22 luglio con Petrouchka, sua rivisitazione di una delle gemme dei Ballets Russes.

RocioMolina_©Simone Fratini

Emozioni viscerali promette anche Rocio Molina, che debutterà il 27 luglio al Teatro alle Tese con Confesion de la Carne, “battaglia fra il suo corpo vulcanico e cinque musicisti dal vivo”, come commenta McGregor. C’è da credergli: il flamenco ha avuto molti demoni scatenati, come Israel Galvan per esempio, ma una diavola come Rocio mancava. Non solo interprete: autrice di sé, duendera travolgente. Un lampo rosso che tuona in scena.

Share

Comments are closed.