Festival(s) — 12/06/2012 at 20:39

Roberta torna a casa. Il ritorno a Vercelli di cuocolobosetti (Iraa Theatre) per il Festival Colline Torinesi e Da Vicino Nessuno è Normale

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Roberta torna a casa” e va là dove la sua vita ha concepito gli spettacoli. È Roberta Bosetti a farlo nel suo nuovo progetto chiamato appunto Roberta torna a casa firmato Cuocolo/Bosetti dell‘Iraa Theatre. Per la prima volta due dei principali festival di teatro nazionali saranno presenti a Vercelli, in casa di Roberta.

Il Festival delle Colline Torinesi Creazione Contemporanea di Torino (vincitrice dei premi Hystrio e Ubu come miglior festival teatrale italiano) e la rassegna Da Vicino Nessuno è Normale, appuntamento dell’estate milanese, si sposteranno a Vercelli, portando gli spettatori da Torino e Milano, per vedere a casa cuocolobosetti la nuova produzione che sarà replicata dal 7 giugno al 21 luglio a Vercelli. Dopo più di vent’anni di lavoro a Melbourne in cui l’IRAA Theatre è diventata una tra le maggiori espressioni della ricerca teatrale, a seguito di innumerevoli tour internazionali in 26 paesi del mondo, il ritorno a casa. Nel 1803 il primo teatro di Vercelli Il Teatro dei Nobili venne trasformato in una casa privata. Ora, è invece il percorso opposto: la casa diventa il palcoscenico della vita privata.

 

La casa come luogo performativo rappresenta un’intuizione che agisce sul teatro come sottrazione. Spiegano Renato Cuocolo e Roberta Bosetti: «Abbiamo a lungo lavorato (dal ’78 al ’98) nei teatri all’italiana dal Piccolo di Milano al Valle di Roma, dall’Arts Centre di Melbourne all’Opera House di Sydney, per arrivare, attraverso un percorso di sottrazione nel 2000 al teatro così come lo intendiamo ora: un sovrapporsi di realtà/finzione, attore/personaggio, vita/teatro Una casa, un’attrice, un gruppo di spettatori e la possibilità reale di un’incontro. Un teatro come il nostro, non può che essere attraversato in luoghi reali. La casa e’ il modo più essenziale di tracciare una linea per demarcare un interno opposto ad un esterno. E’ come se la casa sia indispensabile per stabilire la distinzione tra l’interiorità’ della presenza e l’esteriorità’ della rappresentazione da cui il nostro lavoro dipende. Usare la casa come palcoscenico della vita privata vuol dire attingere ad un’istanza di organicità: l’esistenza quotidiana e quella del teatro condividono gli stessi ritmi. Questi spettacoli sono basati sull’utilizzo della casa privata in modo da esporre lo spazio domestico e personale allo sguardo estraneo dello spettatore a cui è permesso accedere a quell’intimità normalmente preclusa. La casa non è una scenografia ma una trappola per la realtà.

 

 

 

«Spazio della vita e spazio del teatro si sovrappongono. Durante gli spettacoli la struttura della casa, con i suoi rituali pubblici e privati, emerge e si connette con le memorie personali dell’attore. La casa diventa un’ organica e architettonica incarnazione delle emozioni provate dall’attore. Usare la casa vuol dire ritornare alla fonte di tutti i nostri ricordi: la casa di famiglia della nostra infanzia. Questo modo di intendere il teatro e rapportarsi con gli spettatori ha creato dal 2000 un interesse crescente a livello internazionale per il lavoro della compagnia e che ora con l’apertura di casa Cuocolo/Bosetti troverà un luogo ideale dove presentare il nostro lavoro.»

 

Roberta spiega anche che la sua decisione è stata quella di tornare dopo anni di vagabondaggio fra continenti, nella casa della mia infanzia, ma la mia infanzia non c’era più. Le persone non c’erano più. Avevano disertato la vita, ultima mia madre, la sua mente se n’è andata a spasso (lo chiamano Alzhaimer) e, anche se la inseguo, non posso più raggiungerla. Ho fatto un sogno: davanti alla casa mi aspetta mia madre. Io sono in fondo alla strada. Cerco di raggiungerla ma non ci riesco. Mi rendo conto che l’unico modo è volare a un metro da terra. Appena mi sollevo, la strada, prima deserta, si popola di persone, anch’esse volanti. Che sia “l’interminabile schiera di uomini in fuga dalla mente umana “ di cui parla la Dickinson? Fatto sta che seguendo loro arrivo da mia madre. Ci arrivo con un senso di vertigine, la stessa che vorremmo condividere con gli spettatori. Contrariamente alle apparenze ho fatto sempre un solo viaggio: quello per raggiungere Vercelli.

La mia storia personale mi ha obbligata a ritornare qui. Vorrei che questo significasse qualcosa. Vogliamo, per questo nuovo lavoro, usare la casa in tutti i suoi aspetti, reali e immaginari. La casa sarà, come sempre nei nostri spettacoli, una trappola per la realtà ma anche il luogo in cui niente è come sembra: la casa dice “ritorna” ma non promette riposo. Eppure la casa è proprio quella: inchiodata alla sua realtà e clamorosamente lontana da essa. Una casa conservata quando tutto è cambiato. Si vorrebbe tenerla amorosamente com’era e al tempo stesso sventrarla, ed è quello che in parte faremo. Si vuole raccontare con tutti qualcosa che è di tutti e in cui tutti si riconoscono e rivendicare un’unicità da sopravvissuti.»

 

Casa Cuocolo Bosetti, Via Ariosto 85 Vercelli

Necessaria la prenotazione Biglietti €15

Giugno 7,8,9,11,12,13, 15,16,17,19,20, 21,28,29,30

Luglio 5,6,7,12,13,14,19,20,21

Prevendita giugno www.vivaticket.it

Prevendita luglio olinda@olinda.org 02 66200646

www.cuocolobosetti.com

 

 

 

 

 

 

 

 

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