Festival(s) — 10/06/2012 at 13:53

Amore intorno al vuoto, regia di Fabrizio Catalano al Festival Mirabilia di Fossano

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È un “Amore intorno al vuoto” quello che va in scena in anteprima nazionale il 15 giugno alle 21.30 al Teatro Milanollo di Savigliano nell’ambito di “Mirabilia Festival Culturale Europeo” giunto alla sesta edizione che si svolge nel Comune di Fossano (Cuneo) dal 13 al 17 giugno. Amore intorno al vuoto è messo in scena dall’unione delle compagnia teatrali Laros e Officina Dinamo di Roma. Scritto e diretto da Fabrizio Catalano, lo spettacolo si avvale della recitazione in scena di Lavinia Biagi, Alessio Caruso, Roberto Negri, David Sef. Le scene e costumi sono di Antonia Petroncelli. Le musiche originali sono di Fabio Lombardi. Il regista Fabrizio Catalano spiega che lo spettacolo «è un thriller ambientato in un teatro delle ombre giavanesi. Come due specchi, posti uno di fronte all’altro, moltiplicano le immagini all’infinito, così lo spettatore avrà la sensazione di essere seduto in un teatro, dentro al quale c’è un altro teatro, dentro la quale c’è un altro teatro… Spettatori, attori, ombre. Amore intorno al vuoto, si presenta come qualcosa di unico nel panorama teatrale italiano; al tempo stesso, però, ci parla di ciò che sta avvenendo, non solo nel nostro Paese, ma nel mondo intero: il progressivo, inarrestabile, meraviglioso mescolarsi di razze, culture e tradizioni.»

 

“Amore intorno al vuoto” è uno spettacolo avvolgente, condotto, come un bolero, a ritmo febbrile: il ritmo delle passioni. Fa da sfondo alla vicenda un teatro delle ombre. È una sorta di prigione – magica, cupa – dalla quale i personaggi non riescono ad uscire. Oltre le mura del teatro, c’è una città, che è stata in gran parte rasa al suolo da un terremoto. Una città lontana, misteriosa, che molti, su un planisfero, stenterebbero a rintracciare. Un mondo, per tanti europei, al di là delle frontiere dell’immaginabile. Non lontano dall’equatore, un luogo in cui si mescolano razze e tradizioni e in cui, a volte, si fondono passato e futuro, ricchezza e miseria. In questo ambiente si muovono i quattro protagonisti della vicenda. Yula, la padrona del teatro, accetta di curare e di proteggere Daniel, un giovane gravemente ferito, incurante delle obiezioni del marionettista Mirat. Daniel, però, è inseguito da Munro, un poliziotto – o, forse, un uomo che si spaccia per essere un poliziotto – che vuole arrestare il ragazzo, ma che sembra avere dei motivi di risentimento personali nei suoi confronti. Il sopraggiungere di Munro innesca una serie di colpi di scena, che portano ad un finale avvincente: in una società annichilita, dominata dal caos, in attesa di nuove idee e dove tutte le ideologie sono morte, la passione è l’unica legge possibile.

(Lavinia Biagi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Alessio Caruso)

 

 

(Roberto Nigro)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(David Sef)

Nuove idee per il Teatro italiano

Da più parti, s’inizia a sussurrare che il teatro italiano necessiti di un profondo rinnovamento. È vero e, prima o poi, questa necessità si trasformerà in un urlo lacerante, in una assordante richiesta di riscatto, per chi sta seduto in platea e per chi, sul palcoscenico, al palcoscenico, dà la vita. “La diversité est à nous comme elle est dans la nature”, ha detto un’intellettuale francese originaria della Guyana, Christiane Taubira. La diversità è in noi così come nella natura: ognuno di noi ha il diritto di essere se stesso e di poter conoscere, scegliere, di potersi esprimere, di poter ascoltare la voce di tutti e di far ascoltare la propria voce. Il teatro non può continuare ad isolarsi dal contesto circostante, a ripiegarsi su se stesso, ad avvizzire, ignorando i profondi mutamenti in atto nella nostra società: la schizofrenia del potere, il ribaltamento delle regole, il folle scombussolamento nei rapporti tra uomini e donne. Oggi, troppo spesso gli spettacoli che si producono in Italia risultano omologati, ripetitivi, scontati. In una parola, inutili. Senza idee. Perché un’idea fa paura, scriveva Leonardo Sciascia ne “Il giorno della civetta”. Era vero cinquant’anni fa; oggi più di allora. La citazione del più famoso romanzo di Sciascia non è casuale: è proprio durante l’allestimento e la tournée dello spettacolo tratto da Il giorno della civetta che si è formato il sodalizio che propone “Amore intorno al vuoto”.

 

La compagnia teatrale Laros nasce nel 1988; nel 1993 alla LAROS  (Roma) si affianca la A.T.D.C. con la stessa struttura organizzativa per poter meglio gestire più compagnie teatrali. Le due associazioni hanno sempre avuto come L. R. e come Direttore Artistico Gino Caudai; hanno avuto riconoscimento dal MIBAC, ininterrottamente, dal 1993 a tutt’oggi.

La compagnia teatrale Officina Dinamo è nata come Associazione Culturale nel 2004 con sede a Roma , attraverso l’unione di artisti impegnati nella promozione delle arti sceniche. E’ una compagnia teatrale che si occupa di produzione, distribuzione di spettacoli di figura e di prosa per ogni fascia di età.

Festival Mirabilia:

www.festivalmirabilia.it

 

 

 

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