Recensioni — 09/07/2016 at 16:42

Il digiunatore di Kafka secondo Nekrošius

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SPOLETO – Nel suggestivo spazio della chiesa sconsacrata di San Simone, la 59esima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto ha ospitato la messinscena di A hunger artist, l’ultima produzione di Meno Fortas Theatre, la compagnia teatrale fondata da Eimuntas Nekrošius. Con questo spettacolo il regista lituano e i suoi attori propongono al pubblico una rilettura del racconto di Franz KafkaUn digiunatore (il titolo dello spettacolo, in italiano “Un artista della fame”, è la traduzione in inglese del titolo originale del racconto). Le differenze con l’opera di Kafka si colgono fin dall’inizio: se nel racconto il protagonista è un digiunatore che passa quasi tutta la sua vita in una gabbia, offrendo la sua terribile magrezza in pasto ai curiosi che pagano un biglietto per venire a vederlo, in “A hunger artist” il digiunatore diventa una digiunatrice, interpretata da Viktorija Kuodytė, e l’azione si svolge in quello che sembra essere l’interno di un appartamento borghese. Dopo una parte introduttiva, nella quale l’attrice rivolge ripetutamente al pubblico l’invito: «La cena è pronta!» (in italiano e in lituano) compiendo alcune partiture fisiche, inizia il nucleo principale dello spettacolo, nel quale la protagonista recita nella sua lingua il testo del racconto di Kafka coadiuvata da tre “assistenti” – interpretati da Vygandas Vadeiša, Vaidas Vilius e Genadij Virkovskij (una curiosità: quest’ultimo è il direttore di palcoscenico della Compagnia) – che si impegnano insieme all’attrice in una serie di azioni performative, tra le quali spiccano una vera e propria lezione di fisiologia sul funzionamento dello stomaco, un gioco di prestigio con un orologio e un simpatico numero acrobatico circense. Senza addentrarsi nell’interpretazione del significato o dei significati che questo spettacolo contiene (o vorrebbe contenere), la sensazione principale che “A hunger artist” lascia addosso è quella di un lavoro ostico, che comunica poco o nulla sul piano emozionale e che di conseguenza, nonostante l’impegno profuso dai quattro protagonisti, non riesce a coinvolgere e affascinare. In pratica, con “A hunger artist” si assiste ad un saggio tecnico freddo, distaccato e altresì non molto interessante.

foto di Kim Mariani
foto di Kim Mariani

 

Visto alla Chiesa di San Simone a Spoleto (Perugia) sabato 25 giugno 2016

Regia Eimuntas Nekrošius, scene Marius Nekrošius, costumi Nadežda Gultiajeva. Con Viktorija Kuodytė, Vygandas Vadeiša, Vaidas Vilius, Genadij Virkovskij. Assistente alla regia Tauras Čižas Prodotto da Meno Fortas Theatre. Con il sostegno del Lithuanian Culture Council

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