Recensioni — 06/11/2019 at 13:24

Love Sharing, dove il teatro parla di inclusione, comunità e unione senza distinzioni.

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RUMOR(S)CENA – LOVE SHARING NONVIOLENTO – CAGLIARI – Si è conclusa la quinta edizione di Love Sharing, il primo festival interamente dedicato alla Nonviolenza a Cagliari. Una manifestazione che ha fatto parlare di sé e ha confermato il successo delle edizioni passate con un ricco programma fatto di spettacoli ed eventi provenienti da tutto il mondo. Un esito positivo che si conferma dal fatto che Theandric Teatro Nonviolento è già al lavoro per l’organizzazione della prossima edizione.

Vladimir Luxuria, con l’intervista- spettacolo “A tu per tu”, ha aperto ufficialmente la rassegna, (noto personaggio televisivo, prima trans a diventare parlamentare in Europa, fondatrice del Gay Pride in Italia nel 1994 e ospite del festival fortemente voluta), con una conversazione a cuore aperto moderata dal giornalista Simone Cavagnino, invitata a parlare del concetto di famiglia: il tema del festival che abbatte le barriere e i pregiudizi, come ha ricordato Maria Virginia Siriu, direttrice artistica di Theandric Teatro Non violento.
Vladimir ha ripercorso le tappe della propria vita, i momenti che l’hanno resa la donna di oggi, forti e dolorosi, come quando a 16 anni venne allontana dalla madre di un bambino, perché sin da allora considerata “diversa”.
Le sue lotte e la «militanza», come definita da lei stessa, non si sono mai arrestate, perché in una società come quella di oggi, scalfita da “leoni da tastiera” è importante «insegnare le pari opportunità e vergognarsi di odiare, non di amare». Se essere gay non è reato, allora non si spiega come mai in Italia le famiglie arcobaleno ancora non sono riconosciute? Son tanti gli interrogativi che ci si è posti, in un clima informale, scandito dall’abbattimento della quarta parete, in cui il pubblico è riuscito a confrontarsi con Luxuria, rivolgendole domande, riflessioni, e perplessità.

Luxuria in conversazione con Simone Cavagnino

 

Una società difficile la nostra, nonostante il progresso tecnologico, che ancora prova difficoltà ad esprimere la propria natura, e spesso questa non viene accettata, ma giudicata e condannata. Ben lontani dall’epoca in cui l’imperatore Adriano amava liberamente il giovane Antinoo, con cui creò una delle prime coppie di fatto della storia. Temi forti e scomodi come il bullismo, piaga dei nostri giorni che non risparmia nessuno, nemmeno i più piccoli. «Ho capito che non è colpa dei bambini, loro non sono omofobi»: Luxuria ricorda una delle esperienze più interessanti della sua vita, aver parlato ai bambini nelle scuole.
Dobbiamo lavorare di più su noi stessi, sull’accettazione del prossimo e sulla tolleranza, abbandonando quei preconcetti così ancora ben radicati. L’ex parlamentare ha condiviso con il pubblico il dolore e lo sconforto di esser stata cacciata dalla Chiesa quando decise di fare coming out. «Tutti abbiamo il diritto alla fede», un percorso lungo fino all’incontro con Don Gallo. Essere se stessi è la chiave per vive in pace e in serenità, «reprimermi, mi avrebbe fatto del male», ed è a questo proposito che si è cercato di condividere un messaggio di unione comunitario in una società in continuo divenire. Al di la della propria identità di genere, del proprio orientamento sessuale è importante ricordare che «famiglia è dove c’è amore”». Non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni ed essere se stessi.

 

 

Duennas storia di una donna tra magia e musica

In prima nazionale si è visto “Duennas storia di una donna tra magia e musica”, regia e interpretazione di Maria Virginia Siriu, con l’accompagnamento musicale del sassofonista Gavino Murgia e gli interventi di arte visivi ad opera di Batash.
La performance multimediale è tratta dal romanzo scritto a quattro mani da Paola Alcioni e Antoni Maria Pala, vincitore nel 2008 del Premio Deledda per la letteratura in lingua sarda. Il viaggio di una donna contemporanea alla ricerca della propria interiorità attraverso la storia di Addia, figura femminile vissuta in Sardegna nel 1500, al centro di un intrigo tra Vicerè, Gesuiti e la Chiesa. Addia è colei che accompagna le persone durante la vita, è maista de partu, bruxia e accabbadora.
E’ una figura femminile centrale, magnetica, ricca di emozioni e di sensazioni. Nel corso della storia verrà rapita dai Cavalieri dell’Inquisizione, fatta prigioniera e infine liberata dal suo stesso cugino e da una cerchia di uomini fidati in cambio di accordo. Si fondono così la magistrale interpretazione di Maria Virginia Siriu, capace di coinvolge lo spettatore facendolo entrare in un mondo sconosciuto, d’altri tempi, fatto di superstizioni e credenze. Lo spettacolo recitato interamente in lingua sarda, viene reso però comprensibile dall’attrice/regista, grazie alla sua espressività ed emotività. Addia, è vicina alla donna di oggi come non mai, protagonista della sua vita, e della sua libertà. Gavino Murgia, accompagna l’intera performance con il suo sassofono con intermezzi cantati alla maniera dei tenores, arrivando ad emozionare l’intero pubblico con una personale interpretazione dell’Ave Maria.

 

Tre Compagnia Scena Madre

Tre”, spettacolo ad opera della compagnia teatrale ligure Scena Madre. In scena tre persone, figlio, madre e padre. Da contorno una moltitudine di sedie, che metaforicamente accompagneranno i personaggi diventando in questo modo anche loro protagoniste. Racconta la storia di una famiglia contemporanea, con tutte le ansie, le preoccupazioni e i sentimenti di ciascun personaggio. Spicca l’interpretazione del giovane Francesco Fontana, adolescente in preda alla voglia di libertà, circondato da genitori iperprotettivi, costretto per certi versi a crescere in una bolla, ma per altri “abbandonato a stesso”. È una tipica famiglia dei giorni nostri, in cui gli adulti sono diventati chi non volevano essere, frutto di aspettative non rispettate. Frustrati dai propri insuccessi verranno aiutati da un’intelligenza artificiale per la creazione di un dialogo a tre, poiché incapaci di comunicare da soli.
Le sedie infine, labirinto della vita, simbolo degli ostacoli che ci vengono messi davanti, diventano stanze, ambienti, rifugi, fino a concludersi in un cerchio in cui ogni personaggio ricerca la propria solitudine, fino però poi comprendere di essere un unico gruppo, un’unica identità. Una famiglia.

Si conclude un festival ricco di riflessioni, che ci lasciano dentro nuove consapevolezze e conoscenze. Ogni spettacolo ha portato con se’ la propria visione della Famiglia, tema di quest’edizione, intesa come comunità e unione, di qualsiasi natura essa sia. Famiglia è ognuno di noi, famiglia è amore.

 

Visti al Festival Love Sharing di Cagliari dal 17 al 26 ottobre 2019

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