Danza, la gatta sul palco che scotta — 04/10/2021 at 13:31

Quel gran genio di Roland Petit all’ombra di Notre-Dame

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RUMOR(S)CENA – ROMA – Il balletto che il coreografo francese creò nel 1965 per l’Opéra di Parigi ripreso in un bel riallestimento al Teatro Costanzi di Roma, dove per l’occasione c’è stata la nomina di Susanna Salvi a étoile e di Michele Satriano come primo ballerino

Non poteva esserci un’occasione migliore della ripresa di Notre-Dame de Paris di Roland Petit per dare a Eleonora Abbagnato la soddisfazione di nominare una nuova étoile, Susanna Salvi, e un nuovo primo ballerino, Michele Satriano, al Teatro dell’Opera di Roma, di cui è direttrice della compagnia di danza. Il balletto – che porta magnificamente il suo oltre mezzo secolo (risale al 1965) – è un’opera matura che dà uno sfaccettato spessore ai protagonisti e il giusto risalto al corpo di ballo, capace di dimostrare quanto il coreografo francese fosse in grado di competere con le stagioni felici dei Ballets Russes, facendo dialogare insieme la sua danza, l’evocativa scenografia di René Allio, gli iconici costumi di Yves Saint Laurent e la descrittiva musica di Maurice Jarre.

Susanna Salvi étoile, Michele Satriano Primo Ballerino foto di Fabrizio Sansoni-Opera di Roma 2021

Un titolo di prestigio e di grande impatto visivo, concepito come fu per l’Opera di Parigi e dunque per un organico da gran teatro. Come già per la sua Carmen, Petit sceglie la strada dell’essenzialità, sfrondando il complicato romanzo di Victor Hugo e riconducendolo a un quartetto di protagonisti: Esmeralda, la bella zingara oggetto del desiderio dell’aitante Phoebus, capitano degli arcieri, ma anche dell’arcidiacono Frollo, che nutre per lei una passione torbida, e di Quasimodo, una creatura deforme che la ama perdutamente. Al corpo di ballo vengono affidati movimenti corali, al tempo stesso rappresentazione del popolo e cornice dell’azione, pennellati con formidabili intuizioni coreografiche (come quando assumono le sembianze dei gargoyles di Notre-Dame, quasi un riflesso della demoniaca passione di Frollo). Susanna Salvi dà a Esmeralda un profilo pulito, più innocente che sensuale, mentre Satriano è un Quasimodo che ritrova il giusto dramma nel finale (ma si trattava dell’ultima replica del balletto, un po’ di stanchezza ci stava) contrastando il torvo Frollo di Claudio Cocino. Phoebus è lì per bellezza, ma Giacomo Castellana lo calza bene.

Notre-Dame de Paris_Susanna Salvi (Esmeralda) Michele Satriano (Quasimodo)_ foto di Fabrizio Sansoni-Opera di Roma 2021

Nell’insieme una magnifica serata per rammentarci quel gran genio di Petit (oggi riallestito dalla memoria storica di Luigi Bonino), dove si resta abbagliati anche dalle linee eleganti di Saint Laurent e dagli schizzi impressionisti di Allio. La musica di Jarre è l’unico elemento a dare qualche segno di passatezza e il Teatro dell’Opera di Roma suo malgrado lo sottolinea, lasciando alla registrazione (e non a una doverosa esecuzione dal vivo, come si conviene in un ente lirico) il compito di accompagnare il balletto.

Notre-Dame de Paris_Claudio Cocino (Frollo), Michele Satriano (Quasimodo) foto di Fabrizio Sansoni-Opera di Roma 2021

Visto a Roma al Teatro dell’Opera il 19 settembre 2021

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