RUMOR(S)CENA – LA SPEZIA – Che cos’è un’attrice prima di diventare star, diva, mito? É una creatura di carne e sangue che mette il proprio corpo – l’attore, soprattutto di teatro, è innanzitutto fisicità – sul palcoscenico, fingendosi altro. Un palcoscenico che, a differenza dei media immateriale (a cominciare dal cinema) è “soprattutto odore”.
“Ti racconto Anna mia”, monologo tratto da “Raccontare Nannarella” di Mario Moretti, messo in scena e adattato dalla figlia dell’autore, Mila Moretti, e ottimamente interpretato da Katia La Galante, ha debuttato alla Spezia il 15 dicembre scorso al Teatro Palmaria. La pièce è innanzitutto un tributo al teatro, sogno lucido e menzogna veritiera, un tributo che trova il suo fuoco nella figura di Anna Magnani.
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Definire “Ti racconto Anna mia” come un omaggio alla Magnani nel cinquantesimo anniversario della morte sarebbe oltremodo riduttivo; si tratta certamente di un atto d’amore verso un’attrice che ha incarnato più di ogni altra una stagione indimenticabile del cinema italiano, ma è anche la messa in scena del dramma profondo dell’attore che vuol essere il suo personaggio e che mai lo è pienamente. È un confronto con il mito (la Magnani) da parte di un’interprete che fin dal prologo si sminuisce (“un’attrice di provincia” dice di sé stessa fin dalle primissime battute) e si rifiuta con caparbietà di imitare quel personaggio che sente così profondamente altro (ma cos’è appunto il lavoro dell’attore se non misurarsi con questa alterità?).
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Eppure nonostante o forse proprio in forza di questa radicale impossibilità, Anna Magnani emerge attraverso la voce e il corpo di questa “attrice di provincia” che si presenta sul palco ostentando una camminata “alla Magnani” e avvertendone immediatamente l’inutilità (“ma che ne so poi io di come camminava la Magnani? Io cammino come cammino io”), indossando tacchi che la fanno subito inciampare e che scaglia lontano, continuando per tutto lo spettacolo a posizionare su uno specchio manifesti di celebri film; uno specchio nel quale non vede mai la propria immagine ma sempre riverberi del mito che sta inseguendo. L’attrice in scena diventa sì la Magnani, ma solo a tratti, quasi casualmente o per gioco, mentre spesso se ne smarca assumendo la funzione di una voce narrante, a volte inquisitoria e ostile, a volte umanamente partecipe.
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La versione di Mila Moretti ha asciugato il testo originale del padre, e anche nella regia ha privilegiato una sobrietà scenica che condensa tutta la debordante vitalità del personaggio in quadri fulminei, rapidissimi schizzi biografici che tratteggiano la vicenda artistica e umana di una memorabile artista del Novecento. L’interpretazione di Katia La Galante coglie alla perfezione questa indicazione registica, entrando e uscendo di continuo dai diversi ruoli che lo spettacolo le richiede, ora attrice vanamente impegnata nella mimesi del suo idolo, ora ironica e distaccata biografa, ora Magnani stessa colta nei suoi momenti di esaltazione di rabbia, di tristezza.
Prossime tappe già fissate della tournée di “Ti racconto Anna mia” a Bugliasco (TO) il 12 e 13 Gennaio 2024 al Teatro Blu e il 19 a Roma, al Teatro Petrolini.