Recensioni — 01/06/2019 at 13:26

Primavera dei Teatri: zone d’osservazione privilegiate (anche) per una “insicura frequentazione”

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RUMOR(S)CENA – PRIMAVERA DEI TEATRI – CASTROVILLARI (Cosenza) –Ancora una volta, per la ventesima edizione di “Primavera dei Teatri” mette insieme, e in successione, un bel gruppo di ipotesi di drammaturgia teatrale che attraversano la scena, Non soltanto quella italiana, ma quest’anno anche con aperture al teatro europeo, per crescere e “festeggiare” il compleanno importante raggiunto non senza fatica, da Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano in questo loro tenace lavoro di direzione e costruzione di uno degli appuntamenti più interessanti della stagione teatrale. E dunque ci si ritrova a guardare con interesse questa piccola folla di spettacoli, senza mettere necessariamente “in scala” i “più bravi” o i “più giovani”, ma accettando rischiosi confronti, belle scoperte e qualche delusione che sempre va messa nel conto quando un Festival non vuole sentirsi “sicuro” ma preferisce scegliere anche insicure aperture a formazioni più giovani e/o imperfette. Si aprono così segmenti interessanti per “zone d’osservazione” più ampie da proporre ad un pubblico abbastanza curioso. Cresciuto negli anni all’abitudine di una insicura frequentazione molto gratificante. A volte va meglio, a volte peggio, ma la discussione tra “addetti ai lavori” che si ritrovano a Castrovillari ogni anno e “i non addetti”, cioè “semplici spettatori” che sono poi i destinatari primi ed i soggetti di verifica delle ipotesi di drammaturgie messe in scena, alimenta gli intervalli tra uno spettacolo e l’altro, i dopo teatro, e gli incontri mattutini al bar della prima colazione. È il Festival con la sua allegria, e qualche polemica o divergenza ci sta bene. È ricchezza che non si sciupa. Per tre titoli al giorno, proposti da altrettante produzioni, autori, registi, protagonisti. In otto giorni qualcosa si perde, qualcosa si vede, per darne conto ai lettori.

 

Menelao Teatrino Giullare foto Angelo Maggio

Come per la terna “Menelao”, “Per il tuo bene”, “Adilà di tutto”, a darci la misura di distanze poetiche. “Menelao” che il Teatrino del Giullare ha presentato con la consueta raffinatezza visionaria e capacità d’invenzione; sviluppa il percorso tragicamente ironico in cui Davide Carnevali pone le ansie del personaggio più trascurato dalla mitomania eroica della leggendaria impresa troiana, trascinato verso una esemplare contemporaneità che presenta le ansie di un “non eroe” del nostro tempo e comportamenti d’infantile insoddisfazione esistenziale. Racconto che procede per meravigliose costruzioni di materiali contaminati e confusi, statue/oggetti d’intensa capacità evocativa, sculture mobili di cartapeste preziose, oggetti resi vivi e parlanti, minuscole marionette per replicare attoniti personaggi, e corpi d’attore dati in prestito ad ansiose apparizioni d’emozionanti scenografie fisiche nel tempo incantato del racconto.

 

Menelao Teatrino Giullare foto Angelo Maggio

Attesa andata un po’ delusa per “Aldilà di tutto”, preceduto dal prestigio di un Premio come il “Vittorio Tondelli” dato alla giovane scrittura di Pier Lorenzo Pisano, autore e regista, di una iconografia familiare costruita in frammenti, microstorie, evocazioni ed invocazioni tragicamente ironiche. Da cui è nato uno spettacolo con rischiosi scivolamenti verso il lusso della battuta facile da barzelletta e/o cabaret. E naturale allegria degli spettatori che, distratti dal gioco vorticoso delle invenzioni di un gruppo di attori di grande talento, Edoardo Sorgente, Laura Mazzi, Marco Cacciola, Alessandro Bay Rossi e Marina Occhionero, e guidati dalla disinvolta regia dell’autore, abbandonano volentieri il filo amaro del percorso crudeli per accontentarsi della divertita offerta di figure che, in moltiplicazioni di personaggi d’incerta felicità, popolano l’universo familiare pensato e costruito da Pisano.

 

Per il tuo bene foto Angelo Maggio

Più compatto tra i tre della giornata, “Aldilà di tutto” di e con Valentina Picello e Chiara Stoppa centra il bersaglio delle ansie da mettere in scena per costruire il gioco un po’ cinico, crudele, tenero, ironico, dolcemente disperato, di un’amicizia al capolinea della vita. Amicizia tra donne giovani ancora, e percorso d’equilibrismo dei sentimenti e dei ricordi, fatto di nervose invenzioni e tenerezze improvvise. Molto brave e coinvolgenti nella diversità dei comportamenti e dei pensieri, la Picello e la Stoppa, la prima in sussulti e rifiuti aggressivi, la seconda in sommesse richieste di complicità, a costruire con rapidità mozzafiato una loro esemplare quotidianità da manuale dei sentimenti familiaramicali. Ai tre spettacoli gli spettatori di Primavera dei Teatri hanno assicurato i loro appalusi convinti.

Visti al Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari il 30 maggio 2019

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