RUMOR(S)CENA – BOLZANO – Sommando l’età anagrafica di Alessandro Bonato e quella di Ettore Pagano il risultato supera di poco i 50. Entrambi giovani con una carriera già affermata a livello internazionale, il direttore sul podio dell’Orchestra Haydn e il violoncellista solista hanno offerto un concerto acclamatissimo dal pubblico nella tournée regionale partita da Merano il 7 aprile scorso per replicare a Bolzano, Trento, Ortisei e Silandro. In programma due delle pagine più celebri del repertorio sinfonico russo: di Čajkovskij è stato eseguito il “Notturno in re minore per violoncello e orchestra, op. 19/4; Variazioni su un tema rococò, op. 33” e di Šostakovič la Sinfonia camera in do minore op. 110 (su arrangiamento curato dal violista e direttore Rudolf Baršaj e approvata dal compositore a tal punto che fu inserito nel suo catalogo)”.

La bacchetta di Alessandro Bonato (inserito da Forbes Italia tra i dieci Under 30 più rappresentativi nel panorama dell’arte e della cultura), al suo debutto con l’Haydn di cui ricoprirà il ruolo di direttore principale per la stagione 2025-26, unita al violoncello di Ettore Pagano (neo vincitore del Premio Abbati), ha saputo con mano sicura cogliere fin nelle più minuziose sonorità il carattere sinfonico, imprimendo un’energia corale tra tutte le parti orchestrali. Un suono dall’ampio respiro in cui si è distinto per la sua esibizione il solista al violoncello, capace di cesellare nota dopo nota un tessuto sonoro di una leggerezza impalpabile e densa di rimandi, accompagnato dall’Orchestra che si unisce e crea un’armonia tra le sue file e il podio da cui Alessandro Bonato conduce ed esalta grazie alla perfetta coesione di ogni singolo strumento.

Dall’alto dell’Auditorium si percepiva quanto fosse omogeneo e solido il suono e le sue mille vibrazioni, accolte dal pubblico con grande entusiasmo. Ricambiato dai bis concessi da Ettore Pagano: il Pianissimo di Pēteris Vasks e Black Run di Svante Henryson, e insieme all’Orchestra e al suo Direttore anche la Valse sentimentale di Čajkovskij. Il carattere artistico solido di Bonato ha poi serrato le file dell’Orchestra con una superba interpretazione della Sinfonia camera in do minore op. 110 di Šostakovič in cui la direzione ha saputo imprimere alle singole parti soliste e le diverse sezioni che concorrono a fornire un risultato omogeno quanto coerente con il dettato musicale che veniva richiesto.

Una Sinfonia dai toni drammatici ed evocativi che richiamano la tragedia della Seconda guerra mondiale da cui l’autore prese ispirazione e che ci riporta a quanto sta accadendo tutt’ora dove la parola pace sembra essere soccombente ad ogni tentativo di far tacere le armi. Una tensione spasmodica che giunge al suo epilogo dove il suono si fa rarefatto fino a sfumare in un pianissimo interminabile dove il silenzio che lo accompagna sembra interminabile.
Visto ed ascoltato l’8 aprile 2025 all’Auditorium Haydn di Bolzano