Arte, Culture, fotonotizia, gallery, La foto del giorno — 14/01/2025 at 10:00

Toti, armata di matita 6B disegni e vignette satiriche all’Andromeda di Trento

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RUMOR(S)CENA – TRENTO – Scrivere sulla professoressa di disegno dal vero Toti Buratti, quando io studiavo all’Istituto Statale d’Arte Alessandro Vittoria di Trento non è facile, anzi, molto impegnativo per un semplice motivo: è stata l’insegnante che mi ha permesso di maturare una formazione artistica, umana, e intellettuale in grado di darmi gli strumenti per conseguire successivamente la laurea al DAMS di Bologna. Senza nulla togliere a tutti gli altri docenti di tutte le discipline, un corpo insegnante in grado di creare un laboratorio di creatività umana e culturale senza uguali. Cinque anni di studio nelle varie discipline artistiche, umanistiche, scientifiche in una scuola che oggi è diventato liceo, permetteva a noi tutti di crescere e diventare adulti. Toti è stata maestra e mentore, dopo aver conseguito il diploma una preziosa e affettuosa amica. Se ne parlo in prima persona (una deroga che mi concedo raramente alla regola base del giornalismo di scrivere di sé stesso) è perché non ho intenzione di farne una biografia o un’autobiografia ma più semplicemente un racconto di vita. Ci siamo ritrovati dopo anni all’Andromeda, una seconda casa per tanti giovani artisti, culla di disegnatori.

Toti ha un dono innato per far crescere chi si avvicinava al disegno in tutte le sue forme. A scuola impartiva l’insegnamento con fermezza ma anche con una comprensione per l’attitudine di ognuno di noi, e lei così talentuosa nella grafica e nel disegno satirico, nella creazione di vignette uniche più che rare, era capace di farmi sezionare con un bisturi un fiore e riprodurlo esattamente sulla carta. Lo stesso procedimento che si utilizza nelle tavole anatomiche a medicina e chirurgia. Non ero uno studente facile per la mia predisposizione alla creatività anche fuori dall’aula, spesso leader di improvvisati scherzi goliardici, dove mi seguivano anche altri compagni e compagne di scuola, tra tutti l’indimenticabile Alessandro Alfonsi, prematuramente scomparso di cui tutti sentiamo la mancanza. Toti sapeva “domare” la mia inquietudine e ribellione giovanile e non concedeva sconti né a me né a nessun altro, ma riusciva sempre a tirare fuori il meglio di ognuno dei suoi allievi. E se oggi scrivo di lei significa che sono ancora un suo “studente” a vita!

da sinistra L’assessora alla cultura del Comune di Trento Elisabetta Bozzarelli , Toti Buratti e Franca Marenzana Inaugurazione della Mostra all’Andromeda
Il pubblico presente all’inaugurazione

Un disegnatore satirico non ha scelta, deve diventare un “disegnatore combattente”. Dilagano ignoranza, opportunismo, intolleranza, cinismo, indifferenza, come un’invasione dagli effetti devastanti. È necessario dare vita a una nuova resistenza. È il momento di lasciare i nostri quieti rifugi, tornare partigiani e prendere le nostre armi: matite 6B, morbide e potenti.

Toti Buratti

Toti, armata di matita 6B

Troppo spesso la sensibilità d’animo viene scambiata per fragilità eccessiva che ci spezza di fronte alla realtà sempre più drammatica del nostro mondo. In verità chi la possiede è dotato di occhi e di cuore più grandi, tanto da poter accogliere tutto quello che di bello e di brutto c’è nel mondo e potersi così armare come meglio crede al fronte della sofferenza, e Toti Buratti ha fatto della matita 6B la propria arma, non solo di difesa, ma da combattimento pacifico di chi impugna un ideale con forza e determinazione e ne fa un obiettivo da raggiungere quotidianamente. Afferra decisa l’armamento, ma ciò che ne esce è il tratto delicato della mina che nelle sue mani non distrugge, ma crea dalla nuvola delicata del biancoscuro una realtà paradossale che scaturisce dall’ironia con la quale Toti affronta la vita, la guerra, l’assurdità del mondo che si combatte e si disintegra senza logica.

L’umorismo che aleggia tra le sfumature dei suoi disegni è quello tipico della satira, intesa non come provocazione fine e se stessa, bensì come motore di un atto riflessivo profondo che si innesca nel momento in cui osserviamo le sue opere. Sono proprio i paradossi, i desideri infantili, e le realtà oniriche a colpirci al cuore e allo stomaco come un colpo d’arma invisibile sferrato da lontano e percepibile solo nel momento in cui l’opera vede la luce, ma i suoi effetti si propagano ogni volta che osserviamo un disegno di Toti, che si erge così a partigiana del nostro tempo.

Confini

In bilico tra il dramma e la leggerezza, il sorriso amaro è il mezzo tramite il quale l’artista vuole portare alla riflessione per risvegliare le coscienze assopite, e il disegno è come un esorcismo che tenta di tirar fuori il male per far spazio al bene che chi crede nella propria lotta non vedrà mai come perduto, ma solo come uno stato primordiale al quale tornare per ristabilire l’equilibrio.

L’arma delicata di Toti Buratti non uccide, non miete vittime, e invece di annientare genera idee e sentimenti che si articolano tra le cromie tenui dei gessetti colorati, dove trovano spazio i carri armati e i fili spinati, solo disegnati però, con quella delicatezza tipica del suo tratto che ne fa una “disegnatrice combattente” come lei stessa si definisce, ma con una caratteristica che la rende unica: la capacità di combattere una battaglia contro l’indifferenza e la crudeltà armandosi non solo di matite, ma di straordinarie leggiadrìa e delicatezza che arrivano al cuore senza colpire troppo forte, ma abbastanza per condurre un nuovo esercito di disegnatori combattenti.

Giulia Naspi

Biografia:

Assunta Toti Buratti – Toti

Nasce a Pergola (Pesaro, Italia) nel 1946. Studia all’Istituto di Belle Arti di Urbino. A Trento, città che diventa la sua seconda casa, insegna disegno dal vero presso l’Istituto statale d’arte. Come autrice grafica umoristica e satirica collabora dagli anni Sessanta con testate come Ca Balà, Doppio Vù, TuttoScuola, Il Manifesto.

Nel 1975 pubblica la raccolta “’Compagni di scuola” per le Edizioni Ottaviano di Milano. Pubblica nell’antologia “Autonomia è bello” dell’editrice Temi. Vince premi alle mostre dell’umorismo, cominciando da Ancona (Italia, 1977), Gabrovo (Bulgaria, 1979), Siena (Italia, 1982). In coppia con la coetanea trentina Franca Marenzana, collega insegnante di Storia dell’arte, pubblica vignette sul quotidiano regionale L’Alto Adige e in Scuola Documenti, producendo poi libri di vignette sulla scuola, come “Adoro la scuola” (1984), “120 vignette sull’incredibile mucchio” (Bertani Editore, Palma d’oro a Bordighera), “Quasi sufficiente” (1987, Editore Curcu e Genovese). Per le edizioni Andromeda realizza minilibri di satira “Sorridere piano”, “A passi lenti “, “Una settimana come tante” e “Matite 6B”. Insieme ad amici umoristi è presente nel libro “Bravi, brevi racconti a vignette” edizioni Festina Lente.

Con amici e colleghi fonda lo Studio d’arte Andromeda, centro culturale aperto a variegate forme di espressione artistica e a progetti creativi per operatori giovani e adulti, tenendo corsi e partecipando all’organizzazione di concorsi e di esposizioni di respiro internazionale. Continua a partecipare alle principali rassegne nazionali e internazionali di satira e umorismo, e viene premiata anche a Bordighera, Marostica, Antalya, Belgrado, Gabrovo, Istanbul, Montreal. È membro di giuria nelle rassegne internazionali di umorismo di Fano, Foligno, Marostica, Trento, Belgrado, Istanbul e La Habana.

Toti Buratti e Franca Marenzana, sono state colleghe all’Istituto d’Arte di Trento in qualità di insegnanti rispettivamente di disegno dal vero e di storia dell’arte, hanno tratto dalla loro esperienza quotidiana lo spunto per queste vignette che, nate quasi per scherzo durante un “mortale” corso d’aggiornamento, si sono sviluppate nel tempo e attraverso la caratterizzazione dei tipi e delle situazioni, offrono un affettuoso e ironico spaccato della scuola vista dal suo interno.

Cariatidi

Pubblicazioni:

Compagni di Scuola, editore Ottaviano 1976; Adoro la Scuola, editore Bertani (Palma d’oro a Bordighera) 1984. Inoltre, a cura della Provincia Autonoma di Trento – Servizio Istruzione sono stati pubblicati: L’impegno di una scelta (1986) e Speciale orientamento (1988). Le vignette sono inoltre apparse su alcune riviste quali Doppio Wu, Scuola Documenti, Scuola e Didattica e il mitico diario Smemoranda.

Le strisce sono uscite settimanalmente (più di un ventennio) sul quotidiano Alto Adige, nella pagina della scuola, anche in supporto su Tuttoscuola…

L’associazione Andromeda è per me paese, casa amicizia, spazio di rara umanità, è luogo magico di risate, baruffe, lavori e creazioni; ambito dove emergono professionalità solide e originali. La fantasia allo stato brado, vivo all’Andromeda da una vita.

Toti

Dall’11 al 25 gennaio, dal lunedì al venerdì 17:00 – 19:00, domenica chiuso

​Sede:​ Studio d’Arte Andromeda

Via Malpaga, 11 – Trento

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