Recensioni, Teatro — 09/10/2025 at 09:30

Un “Sogno di volare” da Pompei a Vicenza con quattro “Lisistrata

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RUMOR(S)CENA – VICENZA – Dal Parco Archeologico di Pompei è arrivato a Vicenza il terzo atto di “Sogno di volare”, un progetto quadriennale (iniziato nel 2022) curato dal direttore Gabriel Zuchtriegel in collaborazione con Ravenna Festival e affidato al regista Marco Martinelli per lavorare su quattro commedie di Aristofane con oltre trecento adolescenti dell’area vesuviana. Un gruppo di loro ha preso parte alla trasferta vicentina lavorando al fianco di ragazze e ragazzi provenienti dal territorio, come fu lo scorso anno per il “Pluto” sul tema della ricchezza.

L’edizione di quest’anno è stata interamente finanziata dalla “Ray of Light”, la Fondazione che promuove la pace, la parità di diritti e l’istruzione per tutti, fondata da Madonna. Sono quattro le “Lisistrata” che levano la loro voce sul palco del Teatro Olimpico. Forte e chiara, quella voce, e sostenuta da una cinquantina di fanciulle. Antagonisti, una schiera di maschi, meno numerosi, ma bellicosi assertori delle loro idee. È un gruppo amalgamato e coeso di ragazze e ragazzi, quello che agisce sulla scena con entusiasmo palpabile e contagioso, e al suo interno scompaiono differenze di cultura, provenienza, censo.

crediti foto Roberto De Biaso

La commedia, composta da Aristofane nel 411 a.C. nel pieno della guerra tra Atene e Sparta, è da sempre un manifesto pacifista che, sebbene trasmesso col linguaggio della comicità e dell’ironia, mantiene intatta la sua forza di denuncia attraverso i secoli. La scelta di affidare a quattro interpreti diverse la parte della protagonista accresce il vigore di un messaggio condiviso, che non trae la sua forza dalla postura carismatica di una singola persona, ma assorbe linfa vitale dalla coralità dell’azione comune. Lo sciopero del sesso proclamato dalle donne saprà piegare la volontà dei maschi, riluttanti ad abbracciare la scelta della pace. L’energia vitalistica dell’azione scenica, giocata sul palco dell’Olimpico illuminato a giorno e dilatato a coprire la platea, riceve spinta propulsiva dalla musica di Ambrogio Sparagna, eseguita dal vivo da Vincenzo Core, Antonio Matrone, Sergio Pomante. I canti che accompagnano i giovani attori sono in grecanico e sostengono la parola con un ritmo a tratti travolgente.

crediti foto Roberto De Biaso

I costumi di Roberta Mattera, ispirati alla poetica di Vladimir Majakovskij, contrappongono al giallo solare delle t-shirt femminili le maglie mimetiche delle quali i maschi si libereranno nel momento di aderire al progetto di pace.

crediti foto Mario Spada

La riscrittura fatta da Marco Martinelli immette nel testo originale brani poetici di Majakovskij, del poeta romagnolo Raffaello Baldini e del turco Nazim Hikmet, in parte recitati in lingue diverse, dal russo al peruviano, in un eloquente melting pot culturale. I richiami al presente e la possibilità lasciata dal regista agli attori di esprimersi con accenti diversi legati alla propria provenienza geografica conferiscono sincerità alle voci dei giovani e ne esaltano l’adesione convinta al messaggio della commedia. Nel confronto serrato delle contrapposte posizioni, le previsioni manipolatrici del “Professore Statistico” ostile al cambiamento, una figura creata ex novo dal regista, vengono rintuzzate con energia dalle donne, che non si limitano a chiedere la pace, ma esigono ascolto e rispetto, due parole chiave della riscrittura drammaturgica. Il senso intrinseco all’opera si dilata così in una sfera più ampia di quella pacifista e acquista valenze legate alle urgenze dell’oggi.

crediti foto Roberto De Biaso

Nel finale, il futuro che si delinea è incarnato da tre bambini, una femmina e due maschi, interpreti convinti della speranza in un mondo diverso che certamente è nelle loro mani. Le loro posture e le loro voci, limpide e chiaramente percepibili più di quelle di tanti attori professionisti smarriti di fronte alle difficoltà acustiche e spaziali dell’Olimpico, sono state il degno sigillo del senso profondo dello spettacolo.

Lisistrata

riscrittura da Aristofane

drammaturgia e regia Marco Martinelli

musiche Ambrogio Sparagna
eseguite da
Vincenzo Core, Antonio Matrone, Sergio Pomante

con la partecipazione degli studenti di Pompei, di Torre del Greco, di Castellammare di Stabia, di Torre Annunziata e di Vicenza

spazio e luci Vincent Longuemare
costumi
Roberta Mattera

produzione Parco Archeologico di Pompei
in collaborazione con
Ravenna Festival, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Collettivo LaCorsa
progetto finanziato da
Fondazione “Ray of Light”

visto sabato 4 ottobre 2025 al Teatro Olimpico di Vicenza

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