Teatro, Teatrorecensione — 27/01/2015 at 20:53

Golem: il progresso e’ nelle nostre mani

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LONDRA – Viviamo in un mondo in cui essere buoni consumatori ci fa sentire appagati da tutte le nostre rivoluzioni mancate.  Lo spettacolo Golem, in scena allo Young Vic fino al 31 Gennaio, si nutre di alcuni elementi comuni alle esperienze artististiche delle avanguardie storiche europee. Primo tra tutti, la marcata cifra stilistica con cui lo spettacolo si articola sul piano progettuale: quello del cabaret tedesco da una parte, e quello del mimo francese dall’altro. Se la scenografia animata mette in rilievo “l’uomo-marionetta” dalle sue origini a oggi, I personaggi rappresentati sono espressione di una societa’ che ancora fa I conti con le stesse problematiche di un secolo fa. In questo senso Golem, lo spettacolo creato dallo straordinario gruppo 19-27, mette sotto la lente di ingrandimento, con delicata astuzia e raffinata eleganza, la critica piu’ feroce alla nostra societa’ del consumo.  Lo spettacolo si ispira agli stessi presupposti da cui nasce l’espressionismo teatrale tedesco, quello di Wedekind e Brecht, per intenderci. Ma anche quello di Kokoschka, Klimt e Schiele. L’intellettuale e l’artista di oggi vivono lo stesso spaesamento di subalternita’ dei nostri antenati. La mancata rivoluzione borghese all’inizio del ’900 e l’assenza di un’articolata societa’ civile ha portato al riemergere del mito come proiezione di un anticapitalismo. Da queste prerogative l’espressionismo tedesco ha tratto le sue radici, ma sopratutto ne ha fondato la sua piu’ graffiante utopia verso un immediato e sperato processo di rinnovamento, affidato all’uomo “nuovo”, oggi trasformato in ottimo “consumatore”. L’uomo “nuovo” aveva l’incarico di appagare tutte le fratture sociali e culturali prodotte dalla classe borghese, dedicando le sue opere alla classe operaia.

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Oggi il buon consumatore ha il rigoroso incarico di essere sempre a ritmo con i suoi prodotti, pena l’esclusione dal mercato dell’economia e dalla sua rete sociale.  La nostra societa’ liquida, poststrutturalista, postdrammatica, postmoderna, pos-umana, ha superato la paura e le fobie del Grande Sconosciuto, dimenticando l’elemento centrale: quello umano. Sebbene ci fosse qualche vaga ombra di un ritorno Perturbante della nostra interiorita’ sofferente, nessun problema, meglio passare al nuovo Golem per concederci laddove non riusciamo e manchiamo a noi stessi. La nostra Koine’ oggi e’ quella del web e del marketing e la nostra agora’ e’ estremamente ingessata da un individualismo di massa, regolato prepotentemente dal consumo e dal controllo. Solo nell’ultimo anno I consumatori online inglesi hanno raggiunto un record: 117 milioni di acquirenti online solo nel giorno del 25 dicembre. Il Golem messo in scena allo Young Vic scritto e diretto da Suzanne Andrade, e splendidamente animato dalla co-fondatrice della sua compagnia Barritt, e’ una produzione vincente e stringe un profondo legame di continuita’ tra il dramma epico del cabaret tedesco del primo Novecento e l’estetica del teatro di immagine del secondo Novecento. Il sapiente utilizzo del film e dell’animazione non sono semplici pannelli su cui proiettare una vicenda a se’ stante, bensi’ creano una dialettica con gli attori-cantanti e musicisti, scorrendo e alternanadosi su una struttura sia dialogica che epica allo stesso tempo.

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Parlando dell’evoluzione dello spettacolo Andrade dice: “Abbiamo letto il libro Meyrink tanto tempo fa e ci e’ piaciuta l’idea di fare un personaggio animato, ma per lungo tempo non potevano trovare la storia giusta. Sono andata alla British Library per leggere qualcosa sui miti dei Golem. Allo stesso tempo guardavo le persone intorno a me constatemente distratte dai loro telefoni e connesse su internet. Piu’ che questo – persone che non si sentivano a proprio agio fino al momento di tirare fuori I propri cellulari, persone che passavano il proprio tempo libero su Facebook e su Instagram. Cosi abbiamo iniziato a lavorare col tessere tutte queste cose insieme.” La drammaturgia di Ben Francombe e’ solamente ispirata al romanzo Der Golem del 1915, di Gustav Mayrink, per le dettagliate ambientazioni visive del ghetto di Praga ma le sue vicende realiste sono tratte dai nostri giorni. Londra e’ ovviamente la maggior fonte di ispirazione.  Il protagonista e’ Robert, un uomo tarchiato e brutto, il cui lavoro da informatico consiste nello svolgere ogni giorno i backing up dei backup, in un centro di dati che produce dei gadget chiamati Golem.
La prima versione, ossia Golem 1, creata dalla sua azienda e’ un essere antropomoformo, senza vestiti e senza espressioni – spettacolarmente proiettato e integrato con gli attori-mimi – il quale appaghera’ tutte le richieste e I desideri di Robert. Infatti, Il golem puo’ andare a fare la spesa, puo’ lavorare per lui, puo’ fare tutto per lui. E’ il prolungamento del suo pensiero, il macchiavellico trampolino per la realizzazione di tutti I suoi sogni.  “Golem fa si che I tuoi sogni diventino realta’, Robert.”
Tu puoi svegliare il tuo Golem e metterlo a letto alla fine della tua giornata”. E’ assolutamente utile e indispensabile per renderti tutto piu’ semplice e leggero. Robert ne e’ informato e puo’ gestirlo. Golem e’ dotato di Siri-like, una voce autonoma che dice: “Come e quando usare Golem dipende da te. Tu lo controlli”.

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Non per molto, ovviamente. Ora Robert ne e’ innamorato, tanto piu’ non puo’ piu’ farne a meno. Infatti, ecco che arriva dal mercato il nuovo Golem 2.  Quest’ultimo, una volta a casa, sviluppa una propria mente e presto manipola Robert nell’ acquisto di oggetti che non avrebbe mai voluto, gli da l’illusione del potere, suggerisce lui opinioni che lo conducono a compiere dei gesti che prima non avrebbe mai eseguito. Robert ora e’ il suo braccio, la sua marionetta, il personal robot del suo Golem.  Ad esempio, sputa sugli immigrati, aggiorna il suo CV e ruba il posto di lavoro al suo migliore amico, insinua in lui sentimenti negativi come la gretta ambizione e l’egoismo piu spicciolo. Robert ormai veste il costume e assume tutte le sembianze del suo Golem.  Sono lo stesso corpo-mente di una volonta’ superiore che detta ordini e suggerisce bisogni fuori dal suo stesso controllo. Non ha bisogno di una fidanzata che abbia la sua eta’, ma di altre due piu giovani che lo facciano riscoprire attraente e potenzialmente un consumatore con nuovi bisogni e nuovi oggetti da acquistare.

Golem 2 lascia il posto molto rapidamente a Golem 3. Il nuovo update predispone direttamente nel cervello di Robert un microchip che invia senza alcuna mediazione gli impulsi che lui compiera’ da ora in avanti. Lascera’ la sua band punk che aveva dalla sua adolescenza, considerandola totalmente inutile, perche’ credeva nel cambiamento della societa’ attraverso la musica e la propria rivoluzione umana.
Lascia definitivamente I suoi amici e la sua fidanzata. Il pericolo e’ che tutti sono diventati come lui, uniformemente identici.  Quando abbandona I legami affettivi ci rendiamo conto che tutti I Golem, prima solo dei semplicissimi gadget, hanno preso il controllo sulle loro vite e le hanno indossate, producendo nuovi uomini-marionetta, “nuovi cittadini”, ovvero in termini attuali “ottimi consumatori” che compiono tutti gli stessi gesti e vivono le stesse vite frenetiche, pronte da colmare con “nuovi oggetti da comperare”.
Pronti al nuovo update?

Visto allo Young Vic il 23 Gennaio 2015

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