Focus a teatro, Teatro — 16/07/2014 at 17:29

L’incontro a Jesi del “Teatro assente”

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 “Non è perché le cose sono difficili che noi non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili” (Roberto Scappin)

JESI (Ancona) Sabato 14 giugno si è tenuto presso lo spazio Jes! di Jesi, messo a disposizione dalla compagnia Sineglossa, il primo incontro del Teatro Assente convocato da Roberto Scappin della compagnia quotidiana.com.
All’incontro hanno partecipato 10 compagnie teatrali con 17 presenze e tre osservatori. Gli interventi e le considerazioni emerse sono così rissumibili:

–  Gli organismi istituzionali teatrali più o meno stabili si sono quasi del tutto disinteressati all’ondata creativa delle giovani e ormai non più giovani generazioni, e della quasi totalità del fermento innovativo ospitato nelle nicchie dei festival estivi.
Questi grandi organismi teatrali devono diventare gli incubatori del futuro teatro.
È tempo di aprire le porte dei Teatri Stabili pubblici, privati, di innovazione alle nuove realtà del contemporaneo, offrendo loro spazio prove, residenze, contributi alla produzione e la possibilità concreta di abitare lo spazio del teatro pubblico da protagonisti e non da marginali comparse.
Per ottenere questi risultati occorrono azioni e strategie da individuare insieme e condividere nel prossimo futuro;

–  importanti tentativi nella direzione di un rinnovamento del sistema teatro – tra tutti il Convegno di Ivrea del 1967 – sono naufragati in gran parte “per l’effettiva povertà di risultati pratici sortiti dalle giornate di lavoro”.
Da qui la necessità di non immaginare un cambiamento attuato con la stesura e la sottoscrizione di documenti, ma con azioni visibili e fruibili dal più ampio numero di persone. L’obiettivo che si propone va a individuare nell’attuale legislazione e nell’ingerenza della burocrazia politica e amministrativa l’origine dell’immobilismo del Teatro pubblico.
Se da una parte, infatti, il Ministero sembra favorire “il costante rinnovamento dell’offerta teatrale italiana, promuovendo l’innovazione nella programmazione […] e sostenendo vari linguaggi teatrali”, dall’altra stabilisce requisiti “quantitativi” di accesso che con l’attuale sistema teatrale sono pressoché inarrivabili, escludendo così “volontariamente” la quasi totalità degli interpreti del nuovo teatro contemporaneo.
L’attuale riforma del FUS non porta, di fatto, elementi migliorativi.

 –  non dobbiamo porci con atteggiamento vittimistico e autocommiseratorio né tantomeno pervasi da un sentimento di inutilità, bensi esigendo di non rimanere più esclusi dai teatri pubblici ai quali riteniamo di avere diritto di accesso;

 –  è necessario far comprendere che il nostro teatro è facile – non semplicista o sempliciotto, o criptico e dal punto di vista politico indicare i criteri per identificare la “qualità”;

 –  occorre attivare e coordinare una controinformazione attraverso più canali, che documenti e denunci la reale natura del sistema teatro in contrapposizione a quella fornita dagli organi ufficiali, in particolare per svelare: il monopolio dei gruppi di potere che intercettano la quasi totalità del finanziamento pubblico e la loro complice disattenzione che volontariamente o meno rischia di spegnere le nuove creatività del teatro contemporaneo.

MODALITÀ OPERATIVE EMERSE NELL’INCONTRO

Le azioni individuate dovranno muoversi su due livelli:
1°_ giuridico
2° _ etico/poetico

Entrambi si esplicano attraverso la denuncia:
prendere la parola e aprirsi al mondo. Gli artisti devono parlare.

AZIONI PRATICHE:

a) Chiedere l’emanazione di una nuova Legge per lo spettacolo dal vivo o la modifica dei “criteri e modalità di erogazione contributi…” del D.M. 12.11.2007:

– la Legge attualmente in vigore è la n. 163 del 30 aprile 1985: “Nuova disciplina degli interventi dello Stato a favore dello spettacolo – Istituzione del Fondo unico per lo spettacolo “- FUS.
Una nuova Legge dovrà essere emanata come legge quadro regionale e non più statale. (Dopo la riforma costituzionale avvenuta con la legge 18/10/2001 n. 3, la categoria delle leggi quadro formalmente non esiste più).
Lo Stato dovrebbe quindi dichiarare solo i principi di fondo.
La nuova legge dovrà essere emanata alla luce delle pratiche artistiche ormai consolidate che fino ad oggi non sono state intercettate, riconoscendo la peculiarità e del teatro contemporaneo (almeno) al pari del teatro di tradizione;

– chiedere la modifica del Decreto Ministeriale 12 novembre 2007 che stabilisce “Criteri e modalità di erogazione di contributi a favore delle attività teatrali… di cui alla Legge n. 163” (decreto con carattere transitorio in attesa che tale materia sia affidata alle regioni).
È un Decreto che solo in apparenza sembra voler sostenere il teatro di innovazione – vedi l’art. 3 commi a), d), e) – poiché di fatto, citando le contraddizioni più eclatanti:
– stabilisce parametri di accesso al finanziamento che sono inarrivabili per la tipologia della maggioranza delle compagnie del contemporaneo;
– stabilisce che i teatri pubblici che beneficiano del FUS debbano includere nella loro programmazione solo 1 (due con la riforma) spettacoli del teatro di innovazione.

Si è inoltre proposto di individuare una consulenza qualificata per verificare la sussistenza di presupposti per dichiarare l’incostituzionalità di questo D.M. Questo aspetto del decreto andrebbe forse ricercato (ad esempio) nella possibilità che si sia attuata una discriminazione nei confronti del teatro di innovazione privilegiando e favorendo il teatro di tradizione.

b) Produrre e condividere i contenuti da diffondere e attivare una rete di controinformazione serrata attraverso i canali social media (e altri da individuare) così da creare un vero e proprio bombardamento di dati che rifletta le anomalie del sistema e ottenere un dibattito non transitorio su questo problema.

c) Coinvolgere osservatori e intellettuali italiani ed esteri che come noi avvertono la necessità di un rinnovamento del sistema teatro per la stesura di un documento di denuncia;

d) Organizzare pacifiche e ripetute irruzioni pubbliche per veicolare i contenuti del Teatro assente: c’è un mondo che ne copre un altro illegittimamente.

OBIETTIVI

Vincolare gli interlocutori (la politica, i legislatori) a dare risposte, creando con le nostre azioni delle fratture e delle contaminazioni nel sistema, squarciando la coltre protettiva eretta dai vari centri di potere.
Le azioni pubbliche sono determinanti affinché il dibattito su questi temi acquisti rilevanza nel panorama culturale nazionale.

►Ad ognuno dei gruppi del teatro contemporaneo interessati a partecipare chiediamo di aderire a una o più di queste proposte, assecondando la visione plurale degli artisti interessati alle questioni sollevate e le modalità che più si confanno a ciascuno.
Potete già segnalare via mail la volontà di prendere parte attivamente a una o più azioni, oppure comunicarlo nel prossimo incontro del Teatro Assente.

Il 2° incontro del Teatro Assente si terrà sabato 19 luglio 2014 a Santarcangelo di Romagna presso la nuova Biblioteca Comunale (prospiciente la P.zza Ganganelli) – “Sala Antonio Baldini” (2° piano).
La convocazione è per le ore 11,00. Con una breve pausa pranzo, si proseguirà fino alle 17,30 circa.

Conferma della presenza all’indirizzo: quotidiana@alice.it

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