Culture — 15/07/2014 at 10:27

Vendetta tremenda vendetta. Carlo Maria Grillo: Riflessioni anodine su vendetta…e dintorni

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Giaele e Sisara Artemisia Gentileschi.  Museo di Belle Arti Budapest
Giaele e Sisara Artemisia Gentileschi. Museo di Belle Arti Budapest

Un libro non si giudica dalla copertina; ma “Riflessioni anodine su vendetta…e dintorni”  di Carlo Maria Grillo ha in copertina un quadro di Artemisia Gentileschi, e non è un libro di storia dell’arte. Ed è subito fascinazione.
La storia dell’eroina biblica Giaele e del generale nemico Sisara è raccontata nel Libro dei Giudici, steso da autori ignoti tra il VI e il V secolo a.C. con narrazioni che tradizionalmente si riferirebbero al 1150-1050 a.C.; Artemisia Gentileschi la interpreta con teatrale drammaticità di intensa atmosfera caravaggesca, cristallizzando il terribile momento in cui Giaele sta per trapassare la tempia di Sisara con martello e punteruolo in un tempo di silenziosa violenza sospesa, che metaforicamente vendica, come nel più famoso dipinto “Giuditta e Oloferne”, la violenza subita dall’artista stessa.
Dopo la copertina la seconda sorpresa: la sapida prefazione di Vittorio Feltri, che introduce una narrazione di grande scorrevolezza, pur nella complessità della tematica trattata. Vendetta, giustizia e legalità intrecciano storia e mitologia, richiami normativi e problematiche filosofiche e teologiche, dipanando un filo logico intriso di cultura vera, quella che mai scade nella sterilità dell’erudizione. Passione autentica quella dell’autore, passione per i grandi temi con i quali nella sua professione di magistrato si è confrontato quotidianamente, senza mai dimenticare di essere un uomo. Un uomo abituato a valutare ogni dubbio, e a cercare e ricercare sempre risposte e non dogmi. “Non sono un buon cristiano”, così decide di esordire nella sua premessa Carlo Maria Grillo. Eppure una delle pagine più belle è quella in cui ricorda uno scritto di Papa Ratzinger per definire con micidiale chiarezza i principi di una “higher law” capace di difendere i diritti inviolabili dell’individuo dalla volontà delle maggioranze che “possono essere anche cieche e ingiuste, come è storicamente dimostrato (emblematica la scelta della folla di salvare Barabba invece di Cristo)”.
Filosofia e storia del diritto, dunque, ma anche arte e letteratura, per raccontare vendette di ogni tipo, che vengono decodificate e scarnificate per mostrarne l’essenza e il significato più profondi, recuperando anche una parte sana della vendetta quando sa diventare tensione positiva al miglioramento, e quando sa approdare ad un concetto liberatorio di perdono, qui nella sua accezione più laica.
Una lectio magistralis difficile da dimenticare quella di questo piccolo libro, mai didascalico perché intensamente autentico, meticolosamente cesellato e libero da ogni appesantimento, auspicandone un’edizione in lingua inglese. Il tema lo meriterebbe.

Carlo Maria Grillo
Riflessioni anodine su vendetta…e dintorni
Aracne edizioni  Roma, 2014

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