Teatro, Teatrorecensione — 14/02/2014 at 11:40

“I Marinati 43” in mare senza possibilità di navigare

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BIENTINA – L’essere chiusi come sardine, in maniera claustrofobica, è un tratto del fisico che si ripercuote alla sfera mentale. L’essere delimitati, recintati, reclusi, sfibra e svuota l’uomo, essere curioso per sua intima natura. E se ad un marinaio togli il mare è come togliere l’acqua ad un pesce, ossigeno al sub, benzina al motore. Ucciderlo prima del tempo.

E’ il plot di “Marinati ’43” architettato dalla ormai premiata ditta Andrea Kaemmerle e Gatti Mezzi che in occasione della precedente esperienza comune con “Lisciami” hanno sbigliettato 35.000 ticket. Numeri non da poco dove si miscela e s’incastra la comicità clownesca e l’improvvisazione monniana di Kaemmerle (direttore sia del Teatro delle Sfide di Bientina che della rassegna estiva “Utopia del Buongusto”) con quell’ironia malinconica tutta pisana/toscanaccia dei Gatti (Francesco Bottai e Tommaso Novi). L’idea del viaggio che ritorna a Kaemmerle dopo aver trasformato la funicolare che da Livorno arriva a Montenero nell’eccezionale “Vagoni vaganti” con la quale ci portò sulla Transiberiana.

Ad una prima parte esplosiva e scoppiettante con tre quadri da stupore, gli spot delle crociere elargiti da una voce fuori campo, i dialoghi serrati e non sense tra i tre in fila a guardare i viaggiatori ricchi delle meganavi, quelle che fanno gli inchini dove non dovrebbero, e l’elenco infinito delle attività da dover svolgere in una sola giornata tutta mordi e fuggi, fotografia click e ripartire come bestiame da spostare, carne da macello da far defluire, non più persone ma solo turisti-consumatori.

Sono marinai chapliniani con i guanti disneyani da fumettone e le tute da operai che li avvicinano più alla Banda Bassotti ed a Mario Bros, l’idraulico da videogame, che a Cipputi. L’atmosfera è quella letteraria dell’Izzo marsigliese ma c’è più nell’aria la tristezza demotivata del dover rimanere impigliati ed imbrigliati in mare senza poter scendere e senza poter ripartire. E’ una storia che arriva direttamente dalla cronaca, simile alla pellicola “The Terminal” con Tom Hanks: esistono molte navi, soprattutto cargo merci, i cui armatori falliscono mentre il mercantile è in viaggio. All’arrivo non ci sono i soldi, i lavoranti non possono scendere per irregolarità di passaporto, e quindi rimangono sulla nave, occupandola, pensando che se scendono e ritornano a casa, con quali soldi poi?, perderanno tutti i diritti acquisiti.

Si crea quindi una bolla di diritto internazionale, rimanere al largo su una nave che batte un’altra bandiera con l’impossibilità di tornare, mancano anche i denari per il carburante, e l’impossibilità di scendere senza permesso di soggiorno, senza conoscere la lingua. Diventano fantasmi dimenticati che sopravvivono nell’ombra delle grandi navi da crociera lunghe trecento metri con piscina, cinema, teatro a bordo e cena in abito lungo con il comandante. Tre uomini e una barca, ma il profumo di salmastro nell’aria è quello d’antan del “Titanic” di De Gregori o da “Ma come fanno i marinai” di Dalla insieme allo stesso cantautore romano. Lupi di mare, che hanno perso il pelo ed anche il vizio, ed è rimasta soltanto la memoria, il ricordo di amori lontani accantonati per la grande voglia di viaggiare, scoprire, andare. Tre Ulisse senza nessuna Penelope ad attenderli.

Ad un racconto centrale corposo delle peripezie, tra onde e gonne, ancora da affinare e raffinare, fa da contraltare il finale, ben dosato tra musica e racconto dove il sarcasmo a poco a poco sfugge come sabbia dalle mani e l’impotenza e lo sconforto prendono il sopravvento. Si sentono “in direzione ostinata e contraria” senza scopo, senza meta. Qui non c’è nessun pescecane pinocchiesco ad ingoiarli, nessuna Moby Dick da inseguire. Che vedere il mare dal mare ti fa sentire piccolo e indifeso. Col mal di mare perenne.

Marinati ’43”, con Andrea Kaemmerle, Francesco Bottati, Tommaso Novi, Guascone Teatro & I Gatti Mezzi. Prima nazionale. Visto al Teatro delle Sfide di Bientina, Pisa, il 13 febbraio 2014.

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