Teatro, Teatrorecensione — 13/08/2015 at 08:28

“Ti racconto a capo” di Ippolito Chiarello, il teatro abita i luoghi e le genti.

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CORSANO (Lecce) – In capo al Salento, dove l’andare dolce dello scirocco fa cantare gli ulivi passando tra i rami e nei borghi in tufo locale si sente odore di brezza di mare, qui una masnada di artisti decide di abitare un luogo. Dimorarvi per dieci giorni, creare, uscire da sé per incontrare l’altro. Dieci giorni per fare teatro. E fare del teatro motivo di fratellanza.
Ricreare una comunità permettendo di specchiarla nel proprio destino. Un destino umano, di uomini e donne. Questo uno dei sensi profondi della residenza artistica “Ti racconto a capo”, ideata e voluta dall’artista Ippolito Chiarello dieci anni fa e da allora un appuntamento attesissimo nel territorio salentino. Precisamente a Corsano, una cittadina a un tiro di schioppo dal Capo di Leuca che sonnecchia per il resto dell’anno.

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Foto di Eliana Manca

I primi dieci giorni d’agosto è invasa da teatranti o aspiranti tali. Con un desiderio da realizzare, figurare lo stupore (proprio) per meraviglia dello spettatore. Lavoro intenso, ritmi serrati, comunione di intenti e prove collettive e individuali a caratterizzare il lavoro di Chiarello con i partecipanti alla residenza. Diciotto, nell’esperienza appena conclusa, ai quali hanno fatto compagnia ospiti (operatori o artisti di settore), figure di riferimento professionale, curiosi, affezionati, vaganti viaggiatori.
Da dieci anni un tema ispira il lavoro in loco, la scelta attuale considerava “il viaggio” incidendolo didascalicamente attraverso la parola di Baudelaire. Qualche verso del poeta francese, letto prima di iniziare i lavori laboratoriali, consegnava allo spirito dei partecipanti il necessario nutrimento intellettuale e emotivo per condurre le proprie azioni artistiche. L’esperienza di Ippolito Chiarello a servizio degli attori, restituendo la sapienza di un lavoro trentennale, senza volere creare corte o setta, senza imporsi come capobanda, indicando piuttosto, suggerendo degli accorgimenti in relazione alle peculiarità di ognuno degli artisti. L’estensione di sé in forme di auto e collettiva rappresentazione. Accade così che qualcuno muta lo stato originario di coscienza, d’essere. O muta semplicemente lo sguardo, guardando con occhio nuovo, prospettiva altra. Da saperne di più di sé e del mondo. Da riconoscere sé e l’altro da sé.

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foto di Eliana Manca

L’ultimo giorno di residenza artisti e borgo s’incontrano, si fondono. Un incontro dosato per tutto il tempo della residenza: a sera, gli artisti lasciavano la dimora (una scuola dell’infanzia regolarmente attiva) per recarsi in paese. Un borgo non particolarmente avvezzo ai fatti d’arte ma affezionato ormai al ‘rito’ compiuto da dieci anni. Un tempo per trasformare la forma sociale, un tempo di festa in cui si è tutti alla pari e tutti si partecipa al diletto: l’espiazione, di deriva antica, della fatica dell’esistere esplicitando l’aspetto ludico dell’essere. Gli artisti, in questo giorno, l’ultimo, concretizzano davanti la platea di tutta la comunità chiamata a raccolta le azioni sceniche messe a punto in corso di laboratorio; Chiarello disegna tracce scenografiche e strutturali nei luoghi d’adozione e il teatro a cielo aperto prende forma e sostanza, ritualizza un rapporto di coesistenza originario, rende possibile la vita fingendola ma dichiarandola.
Diciotto partecipanti da tutta Italia, ognuno con un pezzo (scenico) scelto e rappresentato avendo per pubblico i compagni di viaggio. Un pezzo da assemblare con un partner determinato da Chiarello in relazione a caratteristiche attoriali e poetiche di scelta artistica: un mosaico di diversificate tendenze, stili, carature unito avendo a collante un tema e la volontà di darsi per cibo a uditori a stretto contatto.

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Foto di Eliana Manca

E il teatro aderisce alla vita, al presente. Diventa contemporaneo all’accadere quotidiano, arbitrario. Un’inconsueta unità di luogo tempo e azione amplificata in scala universale. E da cornice, una terra cara a Dioniso…

Reportage da  Ti racconto a Capo residenza – immagini suoni e parole dalla terra del Sud

residenza artistica

organizzata da Idee a Sud & Nasca Teatri di Terra

Corsano (Lecce) dal 30 luglio al 9 agosto 2015

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